domenica 9 ottobre 2016
Brambilla (Commissione Infanzia): «Sostenere le famiglie»
COMMENTA E CONDIVIDI
«Aumentare le garanzie per le famiglie con una modifica del Codice civile ». La proposta arriva da Michela Brambilla, presidente della Commissione parlamentare sull’infanzia che ha condotto l’indagine conoscitiva sui minori fuori famiglia.Qual è la sua opinione sulle modalità con cui i minori vengono “prelevati” dalle famiglie o da scuola, spesso senza preavviso?In alcuni casi di cui hanno parlato le cronache il modus operandi è stato obiettivamente riprovevole, ma non si può generalizzare.Pensa che si potrà arrivare a criteri unici per questi interventi?Oggi un punto di riferimento importante c’è: le Linee guida sui processi di sostegno e tutela dei minorenni e delle loro famiglie, messe a punto l’anno scorso dal Consiglio nazionale dell’Ordine degli Assistenti sociali dopo un amplissimo confronto con tutti gli attori, pubblici e privati, interessati alla materia.Non ritiene che spesso è più complicato e costoso mantenere dei minori fuori dalla famiglia di origine che non aiutare la famiglia stessa ad assolvere i suoi compiti educativi?Certamente. Ridurre al minimo il collocamento fuori famiglia non solo corrisponde ai principi sanciti dalla Convenzione di New York ma anche all’esigenza di spendere meglio i soldi pubblici. È urgente procedere ad una riforma dell’art. 403 del codice civile, quello che consente alla pubblica autorità di allontanare i minori «materialmente e moralmente abbandonati», una norma che ormai presenta vistosi profili di incompatibilità coi trattati internazionali e per certi versi con la Costituzione stessa. La mia proposta è quella di aumentare le garanzie per le famiglie riportando il procedimento nell’alveo della giurisdizione. Durante l’indagine vari esperti hanno sottolineato che alcuni giudici onorari sono allo stesso tempo dirigenti o consulenti di istituti o case famiglia…Come in ogni attività umana, c’è di tutto un po’: strutture di assoluta eccellenza e realtà dov’è stato purtroppo necessario l’intervento della magistratura per mettere fine a orribili abusi. Quanto ai giudici onorari, certo non mancano situazioni di conflitto d’interesse. Nella risposta ad un’interrogazione parlamentare, il ministero della Giustizia ha riferito che tra l’inizio del 2013 e la metà del 2014 erano stati adottati 40 provvedimenti di decadenza d’ufficio dall’incarico di giudice onorario. Tra le motivazioni c’erano anche le incompatibilità per doppio incarico. Forse si tratta della punta di un iceberg...
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: