venerdì 10 ottobre 2014
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Il cardinale arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco ha espresso dal Sinodo il suo profondo dolore per quanto accaduto nella sua città annunciando una sua visita per domani nelle zone maggiormente colpite. Da questa mattina la Caritas è in costante contatto con i parroci e i centri di ascolto delle zone colpite per monitorare la situazione e verificare i bisogni. Il cardinal Bagnasco ha contattato il direttore Caritas don Marino Poggi per conoscere la situazione e ha espresso ai parroci coinvolti la propria vicinanza. Ai microfoni di Radio Vaticana Bagnasco ha detto che i fatti delle ultime ore ripropongono "la situazione logistica di Genova, viaria, i vari fiumi, i vari torrenti, che facilmente si intasano e quindi esondano invadendo negozi, abitazioni, chiese, magazzini… Quindi, con gravissimi danni. Mi hanno detto che ci sono sei o sette parrocchie in gravi difficoltà, vuol dire che ci sono zone, parrocchie non vuol dire chiese, ma zone, evidentemente attorno al torrente del Bisagno, al torrente Sturla, come accadde già qualche anno fa. Sono già molto attivi tanti volontari, perché la situazione possa riprendere e risolversi rapidamente. Però, ripeto, il problema di fondo, che è quello logistico, per Genova resta". Il cardinale ha poi annunciato che domani mattina sarà a Genova: "Almeno per farmi presente in queste cinque, sei, sette parrocchie e, come ho fatto le altre volte, vedere la situazione delle strade ma soprattutto della gente, i negozianti in modo particolare".

 

Qui di seguito l'intervista del cardinale Bagnasco a Tv2000. "Genova è ferita, serve più prevenzione".

Il direttore della Caritas di Genova, don Marino Poggi ha sottolineato che la paura è che possano esondare altri torrenti affluenti dei grossi torrenti del Bisagno. "Poi la zona della foce del Bisagno è in grande difficoltà perché comunque piovendo la pressione dell’acqua non rallenta". Don Poggi ha poi spiegato che la Caritas si è attivata immediatamente senza aspettare che le istituzioni chiedessero aiuto. "Loro sanno che noi ci attiviamo, e quindi hanno in qualche modo la certezza della nostra rete di gruppi di attivi. Ad esempio, i preti con il loro gruppi di ragazzi sono andati in certe zone a rischio. C’è stata una collaborazione piena". I volontari della Caritas sono intervenuti con gruppi di giovani in due zone molto colpite, una di questa è la zona di Sturla, seguendo le indicazioni della Protezione Civile.

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