mercoledì 26 agosto 2015
Nella stiva di un barcone sono stati trovati 52 cadaveri di migranti morti per le esalazioni del motore. In Ungheria la polizia spara lacrimogeni. Merkel: vergognosi gli attacchi xenofobi
Quelle frontiere su cui si giocano l'Europa e la sua umanità di Marina Corradi
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Cinquadue cadaveri sono stati ritrovati nella stiva di un barcone, soccorso mercoledì dalla nave svedese Poseidon. Un altro uomo, arrivato in condizioni gravissime a bordo della motovedetta della Guardia costiera, è morto per un attacco cardiaco nonostante fosse intervenuto immediatamente il team medico della Marina militare, mentre altri tre cadaveri di donne sono stati recuperati su un gommone carico di migranti, soccorsi al largo della Libia da una motovedetta della Guardia Costiera italiana. È il bilancio di un’altra giornata drammatica al largo della Libia, soltanto l’ultima purtroppo di una serie di stragi del mare che hanno funestato il 2015, continuando a tingere di sangue il Mediterraneo, oltre che le nostre coscienze. Stando ai dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) a oggi sono state 2.427 vittime: 500 in più del 2014 quando nelle stesso periodo erano stati 1.779 i morti nelle traversate verso l’Europa.È possibile che gli scafisti avessero rinchiuso le 52 persone nella stiva del barcone, dove sono stati trovati morti per asfissia e per le esalazioni del motore. E il ricordo non può non andare al destino tragicamente simile delle 49 persone che a Ferragosto sono state «bloccate nella stiva non potevano salire sul ponte esterno» e per costringerle l’equipaggio «faceva ricorso alla violenza, con calci, pugni e colpi di cinghia». Proprio mercoledì, infatti, una decina fra i 312 sopravvissuti alla strage del 15 agosto hanno ricostruito davanti al Gip di Catania, quel tragico viaggio sul peschereccio soccorso dalla nave Cigala Fulgosi della marina militare italiana.Tornando alla cronaca di mercoledì, sono arrivate una decina di richieste d’aiuto alla centrale della Guardia costiera che ha coordinato le operazioni e salvato complessivamente 3mila persone disperse su gommoni e barconi nel Canale di Sicilia.Oltre alle 569 persone salvate nei due interventi della nave svedese Poseidon, altri 113 migranti che erano a bordo di un gommone parzialmente sgonfio sono stati presi a bordo dalla nave Fiorillo, della Guardia Costiera: tra loro l’uomo in gravissime condizioni, che è morto poco dopo sull’unità militare italiana. A nulla è valso l’intervento di un team medico di nave Aviere, della Marina Militare, che è salito sulla motovedetta nave Fiorillo, ma ha potuto constatare solo il decesso del migrante. L’altra motovedetta della Guardia Costiera italiana è riuscita nel salvataggio di 120 persone. Intanto un mercantile aveva preso a bordo 225 migranti traendoli in salvo. La nave Phoenix del Moas, (Migrant Offshore Aid Station) ha soccorso altri 410 migranti e richiesto assistenza per una persona intossicata da monossido di carbonio. La nave Bourbon Argos, di Medici senza Frontiere, ha recuperato altri 550  migranti da un fatiscente gommone. È stato completato il soccorso da parte di una nave della Guardia costiera islandese, inviata in direzione di un gommone a bordo del quale vi sarebbero stati altri 500 migranti. Tra venerdì e domenica scorsi sono stati soccorsi 5.300 migranti in 27 diverse operazioni. Nel 2015 sono stati salvate 95mila persone: nove su dieci sono eritrei e nigeriani. Solo nei primi sei mesi del 2015 sono state oltre 400mila le domande di asilo registrate nell’Ue, contro le 660mila dell’intero 2014. E la Germania nel 2015 attende 800mila richieste.
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