martedì 19 aprile 2016
I racconti dalla penisola di Kalamata in Grecia. Non arrivano conferme delle autorità italiane, greche ed egiziane sulle centinaia di somali ed eritrei dispersi. Scontro sugli eurobond per i migranti
EDITORIALE Complicità o svolta (Paolo Lambruschi)
Ancora giallo su vittime del naufragio: silenzio dall'Egitto, ma l'Onu conferma
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«Mia moglie e il mio bambino annegati davanti a me», è la prima cosa che Muaz, etiope sopravvissuto al naufragio nel Mediterraneo del 18 aprile, ha raccontato a Will Ross, corrispondente della Bbc, prima insistendo sul fatto che almeno altre 500 sono morte. Il fatto che la barca si sia capovolta nella notte in mare aperto ha complicato la raccolta di informazioni. Tanto che dinamica e numeri delle vittime dell'ultima tragedia in mare non sono ancora stati chiariti: Carlotta Sami, portavoce dell'Alto commissariato per i rifugiati, in un'intervista al Tg1, ha confermato che nelle prossime ore sarà in Grecia per incontrare quei circa 40 profughi che sono stati recuperati nel mar Egeo e capire se e come sono connessi al naufragio. Al momento, però ha ribadito non ci sono conferme ufficiali dalle autorità italiane, greche o egiziane. Anche un altro funzionario dell'Acnur, Beat Schuler ad Avvenire aveva fornito alcune notizie ufficiali: «Sappiamo che ci sono 40 sopravvissuti e che 460 persone potrebbero essere state sull'imbarcazione partita dall'Egitto». Secondo le testimonianze raccolte dalla Bbc, unica fonte internazionale ad aver riportato le testimonianze dei profughi, circa 240 migranti sarebbero partiti venerdì scorso dalla città di Tobruk, in Libia, e durante la prima notte di viaggio sarebbero stati fatti salire su una seconda imbarcazione con già circa 300 persone a bordo, che poi sarebbe affondata causando la morte di circa 500 persone. Non è ancora chiaro da dove provenisse la seconda imbarcazione. «Duecentoquaranta di noi sono partiti dalla Libia, ma poi i trafficanti ci ha fatto proseguire spostandoci su barca di legno più grande di circa 30 metri di lunghezza. Sopra c'erano già almeno 300 persone», ha spiegato Abdul Kadir, uno dei somali, tra i 41 sopravvissuti del naufragio e condotti nella città di Kalamata in Grecia. Stando a quanto riportato dalla Bbc, una nave cargo con bandiera filippina avrebbe poi tratto in salvo alcuni dei profughi che inizialmente si sarebbero rifiutati di essere consegnati alla Guardia costiera greca, poiché la loro destinazione finale era l'Italia: «Sono stato uno dei pochi che è riuscito a nuotare verso la barca più piccola», ha aggiunto Muaz.
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