martedì 15 luglio 2014
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​Ancora Castel Volturno, ancora Pescopagano. Dove sembra non cambiare mai nulla. Una lunga giornata di tensione ieri nella frazione del grande centro domizio, dopo il ferimento di due ivoriani domenica, la durissima reazione degli immigrati e le proteste dei locali. L’ennesimo grave sintomo di una situazione che non si vuole affrontare.«Qui lo Stato si nasconde», titolavamo il 26 aprile 1990, citando le parole dei vescovi di Sessa Aurunca e Capua dopo l’uccisione da parte della camorra di quattro immigrati. Proprio a Pescopagano. Una storia di droga ma anche di degrado, di abbandono, di mancanza di buon governo. Abusivismo edilizio, devastazione del territorio, niente fogne né acqua potabile, e tantissimi immigrati, sfruttati, sbandati, ammassati nelle villette lasciate dagli italiani o affittate in nero, spesso purtroppo vittime o complici dei clan, tra prostituzione e spaccio. Questo quasi 25 anni fa. Poi, identificati e condannati i responsabili grazie all’impegno dell’allora pm Raffaele Cantone, del resto non si occupò nessuno. Sempre più degrado, sempre più immigrati. Una "piccola Africa" che tutti accoglie, ma nella quale l’unica risposta arriva dalla Chiesa e dal volontariato. Poi il 18 settembre 2008 la "strage di San Gennaro", sei immigrati uccisi dal gruppo camorrista di Giuseppe Setola, "atto terroristico" venne definito dai magistrati, per rivendicare con la violenza il proprio potere. Quella volta, stupendo tutti, gli immigrati scesero in piazza, con una protesta anche violenta, ma la prima in quella zona contro i clan. Lo Stato rispose col "modello casertano", forze dell’ordine e militari, coordinamento e intelligence, con ottimi risultati sul fronte del contrasto alla camorra. Ma il degrado, l’emerginazione, l’eccessiva pressione migratoria, 11mila immigrati su 25mila abitanti, sono rimasti. Uguali se non maggiori rispetto a 25 anni fa.La tensione sale tra immigrati e abitanti, una situazione ad altissimo rischio, sempre pronta a scoppiare come dimostrano i fatti di questi giorni. «Qui lo Stato non c’è», accusa il neosindaco Dimitri Russo. «La Chiesa è sola», denuncia il vescovo Orazio Francesco Piazza. Proprio le parole dei vescovi di un quarto di secolo fa. Anni passati invano. Bisognerà aspettare un’altra strage per intervenire davvero?
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