sabato 13 ottobre 2012
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​L'iter faticoso del decreto Balduzzi dimostra come la volontà dei parlamentari possa fare la differenza. Entrato in Consiglio dei ministri tra gli squilli di tromba del riconoscimento della ludopatia e della lotta agli eccessi del gioco d’azzardo, il testo ne era uscito ridimensionato. E le successive riscritture avevano ulteriormente annacquato le norme inizialmente predisposte. Il lavoro della commissione Affari sociali della Camera racconta di uno scatto d’orgoglio dei legislatori: dallo sforzo per reintrodurre una distanza minima tra sale gioco e scuole alla tutela dei minori dagli spot invasivi e dall’alcol. Ma non solo. Nel capitolo sanità è riuscito il salvataggio dalla "centralizzazione regionale" dei Comitati etici di ospedali e istituti di ricerca . E il no all’uso dei farmaci "off label" per patologie diverse da quelle per cui erano autorizzati, in nome di presunti risparmi. Norma che avrebbe aperto la porta a rischiose sperimentazioni e avventure più ideologiche che sanitarie. In questo caso, e fa piacere rilevarlo, la voce degli operatori del settore e delle Regioni si è fatta sentire in modo positivo. Ora il provvedimento appare più maturo e nel corso dell’iter parlamentare (che avrà inizio a partire da lunedì prossimo nell’aula di Montecitorio) dovrà essere solo migliorato, non certo manomesso. Stravolgimenti e forzature del testo varato dalla Commissione non sarebbero accettabili, fughe in avanti – anzi all’indietro – sarebbero intollerabili.
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