giovedì 9 aprile 2015
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Utilizzano termini come zoning per dire strade a prostituzione libera "regolamentata" dai sindaci. Parlano di iscrizione alle Camere di commercio e di tasse pagate come se fosse un "lavoro" normale quello che non proporrebbero mai alle loro figlie. Vagheggiano di mini-bordelli, di cooperative, di autogestioni senza la minima idea del vaso di Pandora di sfruttamento e violenza e sopraffazione che così si aprirebbe. Sono i 25 firmatari di vari partiti di un «manifesto bipartisan per il superamento della legge Merlin sulla prostituzione», presentato alla Camera da Pierpaolo Vargiu, presidente della Commissione affari sociali della Camera di Scelta Civica, e dalla senatrice del Pd Maria Spilabotte.Un testo tragicamente chiaro nel suo arrendersi al peggio illudendosi (o fingendo) di combatterlo. Sostenere, come ha fatto Vargiu, che «non ci sia alcuno che ritenga ancora realizzabile il sogno buono della senatrice Merlin di abolire la prostituzione» significa infatti riproporre lo stantio argomento che – essendo la prostituzione antica quanto il mondo – non può essere combattuta, tanto vale liberalizzarla. Verrebbe da rispondere che l’omicidio esiste da ancor prima, ma non perciò si delimitano vie in cui è possibile uccidere. E quando lo stesso Vargiu paragona il mercato del sesso a quello delle scommesse non poteva scegliere similitudine più infelice e insieme azzeccata. Si legga in proposito la relazione della Direzione nazionale antimafia, secondo cui la liberalizzazione del gioco d’azzardo «non ha tolto risorse alla criminalità», ma «progressivamente e, anzi esponenzialmente, è aumentata l’infiltrazione nel settore della criminalità organizzata». La "legalizzazione" della prostituzione sarebbe un enorme regalo ai trafficanti di esseri umani. In Germania e Olanda, dove tra bordelli e zone libere l’attività è regolamentata, lo hanno già sperimentato: la schiavitù delle ragazze è aumentata; la condizione delle donne è peggiorata; i criminali dominano il settore.Il solo modo per tutelare le vittime della prostituzione è quello avviato con successo da Svezia e Norvegia: contrastare la domanda di sesso a pagamento, scoraggiando i clienti ed educando al rispetto dell’altro. Nessuna persona può essere mai merce a disposizione. Nessuna legge civile può prevederlo.
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