sabato 3 gennaio 2015
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​Non sappiamo se i tantissimi vigili urbani di Roma, oltre l’83 per cento, che nella notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio non si sono presentati in servizio perché ufficialmente indisposti o indisponibili siano, negli altri 364 giorni dell’anno, dei «fannulloni». Sappiamo però che troppo spesso, in Italia, per amore (o necessità politica) di polemica, si perde di vista il problema. Un po’ come nell’antico proverbio, anziché ammirare la luna ci si sofferma sul dito che la indica. Così, anche stavolta, si è assistito a un crescendo di richieste di punizioni esemplari per i «fannulloni». Meglio ancora: di norme più severe. Come se di norme – penali, civili, amministrative – non ce ne fossero già abbastanza e il problema non fosse, invece, quello di riuscire ad applicarle con costanza, uniformità ed efficacia. Giusto colpire i furbastri e gli assenteisti, ci mancherebbe. Ma è possibile che a nessuno – maggioranza e opposizioni nazionali, maggioranza e opposizioni cittadine – sia venuto in mente che il caso specifico, quello dei vigili "renitenti" a Capodanno, non sia stato un semplice episodio di assenteismo (di "pizzardone selvaggio", diremmo alla romana) ma il sintomo di un male perfino più meschino e diffuso?Le rivendicazioni sindacali del corpo di Polizia di Roma Capitale – più o meno comprensibili, alcune francamente molto poco – e le conseguenti tensioni con il sindaco Ignazio Marino, non riescono infatti a spiegare la follia di lasciare una grande città europea, una tra le più celebri e visitate del mondo, sguarnita sul fronte della mobilità (anche da parte dei macchinisti della metropolitana, in misura minore ma ugualmente grave, con attese fino a mezz’ora alle fermate) proprio nella notte più impegnativa dell’anno. È appena il caso di notare che non è così che una categoria di lavoratori può far valere le proprie ragioni, con un diluvio di certificati medici e di permessi vari. Meno che mai a poche ore da uno sforzo collettivo così intenso, una vera e propria onda d’urto che è stata arginata solo grazie al richiamo in servizio degli agenti reperibili.Insomma, si è colpito per far male. Male a noi stessi. Ai romani, agli italiani tutti, all’immagine del Paese. Possiamo chiamarlo menefreghismo o sindrome del "tanto peggio, tanto meglio". E non siamo sicuri, purtroppo, che il contagio sia circoscritto al Grande Raccordo anulare. A parte il caso analogo che riguarda i netturbini di Napoli, lo dimostrano alcuni commenti di parte sindacale che, pur tra i distinguo, e con limpide eccezioni come quella della leader Cisl Annamaria Furlan, lasciano trasparire un’insopportabile e inammissibile vena giustificatoria. E le invettive dei soliti politici, che hanno cercato di sfruttare l’occasione pro o contro Renzi, pro o contro Marino.Eppure mercoledì sera, proprio mentre a due passi dal Quirinale andava in scena l’ennesimo psicodramma comunale, Giorgio Napolitano si rivolgeva agli italiani spiegando che «il cammino del nostro Paese in Europa, lo stesso cammino della politica in Italia lo determineremo tutti noi, e quindi ciascuno di noi, con i suoi comportamenti, le sue prese di coscienza, le sue scelte». Ciascuno di noi. Stordiscono la coincidenza e il contrasto tra l’improvvisa "epidemia" che ha falcidiato i poliziotti municipali romani e l’esortazione del presidente della Repubblica a ritrovare «senso di responsabilità e senso del dovere, senso della legge e senso della Costituzione, in sostanza senso della Nazione».Sono due strade che divergono all’infinito, una porta alla rovina e l’altra alla speranza di farcela. Il futuro dipende da quale delle due percorreremo. Per l’immediato, almeno nella Capitale, non resta che augurare ai vigili un’ottima salute in occasione dell’Epifania (giornata in cui in genere il centro storico è particolarmente affollato) e del derby Roma-Lazio dell’11 gennaio. E al capo della Polizia municipale capitolina nervi d’acciaio, bussola salda e politici responsabili e coraggiosi al fianco. Non sarebbe male se proprio da Roma, finalmente, venisse un buon esempio, cioè la dimostrazione che rompere certe logiche e sciogliere certi grumi di cattivi comportamenti e interessi è ben possibile.
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