giovedì 12 aprile 2012
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​Basterebbe informarsi meglio, e invece quando c’è di mezzo la Chiesa scatta l’istinto di denigrare in base a notizie sommarie, giudizi di terza mano e patacche vergognose senza affrontare la fatica di qualche elementare verifica. Cronisti e commentatori improvvisati avrebbero così scoperto alcuni dati di fatto purtroppo incompatibili con i loro pregiudizi. A cominciare dal fatto che al bambino disabile grave la parrocchia di Porto Garibaldi e la diocesi di Ferrara hanno semplicemente posposto e non negato l’Eucaristia, accogliendolo intanto con tutto l’amore possibile. E poi, si sarebbe appurato che dietro i due avvocati parmigiani accorsi con le carte bollate alla Corte europea dei diritti dell’uomo c’è solo il triste scherzo di un anagramma (Giacinto Canzona, già autore di altre vuote trovate) e un nome televisivo (Antonio Ricci) evocato forse per la fama di umorista surreale. Ma qui di surreale c’è solo il caso inventato senza alcun rispetto, e il circo dei soliti fissati con le lezioncine alla Chiesa.
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