sabato 14 novembre 2015
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​Terribili conferme ci hanno scosso in un venerdì di novembre illividito da un orrore di guerra che cerchiamo di dimenticare e che continua a incalzarci. All’annuncio dell’uccisione “chirurgica”, in Siria, di John il jihadista, il più famoso dei tagliagole del califfo, e di altri capi delle milizie Is, hanno fatto seguito – quando era ormai notte – due diversi atti di disumanità terroristica. Prima di tutto il nuovo attacco stragista nel cuore di Parigi, tanti morti e decine e decine di ostaggi che riprecipitano la Francia nell’incubo dei giorni dell’attacco a “Charlie Hebdo” e alla comunità ebraica. E subito dopo la notizia della spietata esecuzione dimostrativa di un giovane pastore tunisino sgozzato dai jihadisti che insidiano l’unica democrazia nordafricana in cui resiste il sogno della “primavera araba”. Tutto si tiene: la lunga tragedia del Vicino Oriente ora tinta di nero fondamentalista (e alimentata anche dalle miopie dell’Occidente), la continua aggressione al Paese arabo oggi più prossimo all’Europa e la nuova dimostrazione di come una grande e potente società aperta e democratica sia vulnerabile dalla metodica follia del terrorismo islamico. Dobbiamo deciderci a vedere che questo nemico si debella solo con una grande alleanza euromediterranea e che davvero nessuno si salva da solo.
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