sabato 19 aprile 2014
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La liberazione la notte scorsa di quattro giornalisti francesi, rapiti nel giugno scorso in Siria dai miliziani qaedisti dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis), sembra riaccendere la speranza anche per il gesuita romano Padre Paolo Dall'Oglio, di cui si sono perse le tracce in luglio e che si ritiene sia nelle mani della stessa organizzazione. Diversi testimoni hanno detto che il religioso, che si appresta a passare la Pasqua in cattività, è stato rapito nella città settentrionale di Raqqa, capoluogo dell'omonima provincia, controllata dall'Isis. Notizie risalenti alla fine di gennaio, ma non verificabili sul terreno, riferivano della sua presenza in una delle prigioni dell'Isis, sempre nella regione di Raqqa, insieme ad altri ostaggi occidentali. Non è escluso, dunque, che i quattro giornalisti rilasciati - di cui due erano stati sequestrati nella stessa Raqqa - possano fornire qualche informazione su di lui.Dall'Oglio ha 59 anni, di cui 30 passati in Siria, dove ha fondato la comunità monastica di Mar Musa, a nord di Damasco, e ha lavorato per la convivenza e il dialogo tra le religioni.  Nell'estate del 2012 fu di fatto espulso dal Paese, dopo aver assunto posizioni sempre più critiche del regime e favorevoli all'opposizione pacifica. Ma successivamente ha anche giustificato il ricorso alle armi, in nome del "diritto all'autodifesa", dei disertori dell'esercito governativo e dei civili delle zone colpite dagli attacchi lealisti. Da allora il gesuita é tornato più volte in Siria passando dalla Turchia ed entrando nelle regioni settentrionali controllate dai ribelli. Nella sua ultima intervista, rilasciata ad AlanTV solo 24 ore prima di sparire, padre Paolo aveva detto che era tornato nuovamente in Siria anche per "negoziare la liberazione di un caro amico, Ahmad Hajj Saleh", catturato dall'Isis. Ma nemmeno di Dall'Oglio non si sono più avute notizie da allora.
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