giovedì 4 giugno 2015
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"Si ha fame di dignità come si ha fame di pane, e tutti noi che abbiamo pane in abbondanza non abbiamo più tanto fame di dignità". Lo ha detto il cardinale Angelo Scola, all'inaugurazione del Refettorio Ambrosiano. "La realta' e' testarda - ha detto Scola riguardo all'apertura della struttura in piazza Greco - e non vanno trascurati due fatti: questa idea e' stata lanciata il Giovedì Santo, il giorno dell'istituzione dell'Eucarista", ricordando che "il bisogno del pane e' bisogno di senso globale. E oggi è la festa del Corpus Domini". In questo sta "il senso pieno e il motivo per cui la Chiesa gioisce per questo dono e ringrazia, perché è completo: tiene conto di tutto l'uomo, e chi ha più bisogno di tutto, se non chi ha fame?". Ma per Scola "si ha fame di dignità come si ha fame di pane, e tutti noi che abbiamo pane in abbondanza non abbiamo piu' tanto fame di dignità"."La bellezza è una risposta alla fame, e se si accompagna al cibo spalanca al desiderio del compimento": per questo, per il cardinale Angelo Scola e' una "obiezione banale dire che era meglio risparmiare e dare piu' cibo ai bisognosi". L'arcivescovo lo ha spiegato alla inaugurazione del Refettorio Ambrosiano, in riferimento ad alcune critiche rispetto alle risorse usate per la sua realizzazione. "È vero che bisogna il più possibile ridurre la fame e la povertà, ma il bello per sua natura, soprattutto quello che viene dal dono, non può non allietare il cuore delle persone", ha detto Scola. "Per la sua grande storia, Milano - ha poi spiegato - non puo' non avere attenzione per chi ha bisogno. L'uomo parte sempre dal bisogno, Gesù lo faceva, ma era attento a dilatare il bisogno in desiderio: e' quello che i promotori di questa iniziativa hanno intuito. Hanno voluto costruire una realtà con piu' dimensioni in cui il bisogno potesse essere trasformato in desiderio". Questo, perchè" nutre veramente la vita solo ciò che rallegra il cuore'. Entrando qui si ha subito la percezione della bellezza, e quindi di un modo più adeguato per affrontare la tragedia della fame. Non è una operazione raffinata di un gruppo di intellettuali ma un gesto di condivisione umana a cui tutti gli uomini sono chiamati". Un luogo, il refettorio di piazza Greco, che mostra "la capacità di coniugare la povertà con la bellezza, nel solco della grande tradizione di Milano, dove i maggiori contributori alla costruzione del Duomo sono stati i poveri e le prostitute". Per questa struttura, di "una bellezza sobria, semplice senza orpelli", per Scola "la gratuita' si unisce all'intelligenza, per produrre genialità".
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