martedì 4 ottobre 2016
​Intervenendo ad una tavola rotonda organizzata dalla Cisl il segretario della Cei ha esortato l'Unione ad impegnarsi di più. "Serve un sistema mondiale di corridoi umanitari".
Migranti, Galantino: Europa debole e cieca
COMMENTA E CONDIVIDI
​​"Un'Europa che è purtroppo molto debole e cieca consente di continuare ad erigere muri". È molto duro il giudizio del segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, riguardo alla politica europea sui migranti. Per il segretario generale della Cei, è necessario "un ruolo maggiormente incisivo dell'Unione Europea, soprattutto in tema di "integrazione" perché, spiega, "accogliere, nonostante l'Italia lo faccia anche piuttosto bene, non basta: non si possono salvare le persone e poi non offrirgli una possibilità di futuro". Servono corridoi umanitari"Noi dobbiamo impedire che il Mediterraneo continui ad essere cimitero dei migranto, così come lo ha definito Papa Francesco. Dobbiamo imparare a vedere Dio nei migranti che tutti vogliono cacciare". A chiederlo sono i vescovi italiani per bocca del loro segretario generale, monsignor Nunzio Galantino, intervenuto oggi a una tavola rotonda sul tema promossa dalla Cisl. "Dobbiamo avere il coraggio - ha invocato il presule - di creare un sistema mondiale ed europeo di corridoi umanitari, già possibile sul piano giuridico, verso i Paesi disponibili all'accoglienza evitando solo così la crescita di una tratta di esseri umani oggi gestita da mafie e terrorismo. I muri che in parte dell'Europa si stanno continuando ad alzare non fermeranno chi è intenzionato a fuggire. Si cercheranno altre strade, rafforzando in questo modo i trafficanti di uomini". In Italia solo 160mila rifugiatiSecondo Galantino si deve "trovare il modo di convivere con chi è già arrivato o sta arrivando" e questo significa anche inquadrare il fenomeno nelle sue giuste dimensioni". Il segretario della Cei ha invitato tutti a non enfatizzare i numeri. I rifugiati a fine 2015 erano più di 16 milioni in tutto il mondo, con un aumento del 12 per cento rispetto all'anno precedente. Ma nessuno stato europeo è nella top ten dei principali paesi di accoglienza. Infatti, "al di là e oltre percezioni soggettive turbate da fattori estranei al fenomeno reale l'impatto di immigrati e rifugiati rispetto alla popolazione è in realtà davvero molto basso". Nei primi due paesi europei per tasso di accoglienza: la Svezia e Malta, il rapporto si ferma a 16-17 immigrati ogni mille abitanti. In pratica sono gli unici due Paesi in cui i rifugiati superano l'1% della popolazione perchè Malta è notoriamente terra di sbarco, mentre la Svezia è considerata una meta ideale perché predilige l'asilo politico come strumento di accoglienza. L'Italia è agli ultimi posti in Europa per incidenza dei rifugiati sulla popolazione con un tasso di 1,9 ogni mille abitanti e un tasso del 3 per cento di richiedenti asilo. Oggi sono accolti in Italia circa 160 mila tra richiedenti asilo e rifugiati di cui 30 mila nelle strutture ecclesiali. "Forse - ha detto Galantino - possiamo e dobbiamo fare tutti di più!". Misure concrete per limitare le partenze  L'indicazione di monsignor Galantino e della Cei è quella di "lavorare per risolvere le ragioni economiche e politiche che determinano le partenze e quindi creare situazioni positive nei luoghi di provenienza attraverso la cooperazione internazionale". In merito il vescovo ha citato il Migration Compact di cui "tanto si è parlato proprio in questi ultimi giorni" e "le belle esperienze di cooperazione internazionale della Chiesa forte di 40 anni di progetti e microrealizzazioni di Caritas Italiana e della Focsiv, con 12000 operatori, volontari e missionari nei Paesi più poveri del mondo".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: