giovedì 19 febbraio 2015
Il presidente della Cei: È molto importante il ruolo della comunità internazionale, che finalmente ha messo un occhio operativo su questa situazione
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"La via del dialogo deve rimanere sempre una via auspicata e aperta, che va sempre privilegiata e quindi da tentare continuamente in tutte le sedi possibili. È molto importante il ruolo della comunità internazionale che ha messo finalmente l'occhio su questa situazione, un occhio operativo e non accademico". Lo ha detto il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, commentando l'avanzata dell'Isis in Libia. Secondo il presidente della Cei, la via del dialogo "va sempre privilegiata" ma "bisogna sempre essere in due a dialogare, altrimenti diventa un monologo inconcludente".Parlando dell'intervento dell'Onu, ha aggiunto: "Speriamo tutti che di fronte a questa istanza suprema a livello mondiale si possano trovare soluzioni adatte, adeguate per riportare la giustizia e la pace in questi territori che hanno diritto di vivere nella serenità e nella pace perché è la povera gente che ci rimette". "La speranza -ha spiegato Bagnasco ricordando l'appello rivolto ieri ai terroristi dell'Isis durante la messa celebrata nella cattedrale di Genova- è che quella luce di umanità che è nel cuore di ogni uomo non venga mai spenta totalmente e possa quindi riaccendersi, riattivarsi e rinnovarsi. È quello che ci auguriamo e che ho chiesto, in maniera molto umile e indiretta, dal pulpito della nostra cattedrale a questi uomini del terrore che sembra abbiano rinunciato alla propria umanità in nome di un progetto assolutamente perdente nella storia". "Noi - ha affermato il cardinale - crediamo ancora a questa possibilità e ci auguriamo che accada anche se non possiamo tacere tutto l'orrore di fronte a queste manifestazioni e esibizioni di brutalità, di ferocia, di violenza". "Secondo me - ha proseguito -  sono il segno della consapevolezza di questi uomini di aver perso: questa ideologia, questo fanatismo ideologico non può credere di vincere la storia. La storia dei diritti, delle libertà giuste, della civiltà vera, del rispetto di tutti e di tutte le posizioni va avanti inesorabile e - ha concluso Bagnasco - non può esserci nessuna forza, neanche così feroce, che possa fermarla".
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