venerdì 3 gennaio 2014
​Il presidente della Commissione Cei per la Famiglia: "In Italia vengono favorite progressivamente soluzioni di fatto". Patriarca (Pd): "Tutelare i diritti attraverso il Codice civile". 
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Nelle unioni di fatto è possibile tutelare i diritti attraverso il Codice civile. Lo afferma monsignor Enrico Solmi, presidente della Commissione Cei per la Famiglia in un'intervista a Radio Vaticana. Ma per il vescovo di Parma è invece "chiarissima la deriva che viene data e proposta anche in Italia: il favorire progressivamente, attraverso sentenze,soluzioni di fatto, un riconoscimento delle unioni di fatto e anche delle unioni di persone omosessuali". Per monsignor Solmi "parlare di famiglia significa avere una relazione uomo-donna che si palesa, si ratifica davanti alla società". Per il resto "si può arrivare a una tutela dei diritti e delle persone in quanto tali" e "questo percorso è assolutamente fattibile facendo riferimento al Codice civile e ai diritti della persona. Codice civile che può essere anche adeguatamente modificato per fare spazio a queste situazioni che, oggettivamente, da un punto di vista numerico sono significative". Il presidente della Commissione Famiglia dei vescovi italiani sottolinea che i nuclei dovrebbero essere maggiormente aiutati, anche per il loro ruolo di "ammortizzatori" nella società e in particolare ritiene necessaria "un'attenzione fiscale che colga la famiglia nella realtà di nucleo". "La strada indicata dalla Cei può essere quella giusta per superare le contrapposizioni di parte: cominciano a ragionare subito sul Codice Civile, per tutelare i diritti di chi etero o omosessuale vive assieme" ha commentato il deputato del Pd Edoardo Patriarca, componente della commissione Affari Europei. "Non possiamo però prescindere - aggiunge - da quanto dice la nostra Costituzione che dà una preminenza alla famiglia, così hanno pensato i padri costituenti. Non è omologando tutto che si realizza una società migliore. Va tutelato chi non crede nel matrimonio ma anche quei milioni di italiani che hanno deciso di unirsi tramite quell'istituto".
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