lunedì 11 aprile 2016
​Messaggio di papa Francesco per la riduzione o cancellazione del debito internazionale degli Stati più poveri. No ai muri dell'indifferenza.
Appello per l'abolizione della pena di morte
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Papa Francesco rivolgendosi «ai responsabili degli Stati, in questo anno giubilare» ha rilanciato un duplice appello per «l'abolizione della pena di morte, là dove essa è ancora in vigore, insieme alla possibilità di un'amnistia, e la cancellazione o la gestione sostenibile del debito internazionale degli Stati più poveri». Si è trattato di un messaggio letto dal cardinale Peter Turkson alla Conferenza che si tiene a Roma sul tema "Nonviolence and Just Peace: Contributing to the Catholic Understanding of and Commitment to Nonviolence" organizzata congiuntamente dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e dal movimento Pax Christi. «È grande nel nostro mondo complesso e violento, il compito che attende coloro che operano per la pace vivendo l'esperienza della non violenza» ha scritto Papa Francesco: la via da percorrere è quella di «conseguire il disarmo integrale smontando gli spiriti, costruendo ponti, combattendo la paura e portando avanti il dialogo aperto e sincero». Ma è un percorso «veramente arduo». «Dialogare, infatti, è difficile, bisogna essere pronti a dare e anche a ricevere, a non partire dal presupposto che l'altro sbaglia ma, a partire dalle nostre differenze». Per il Papa, a tal fine «è necessario riscoprire le ragioni che spinsero nel secolo scorso i figli di una civiltà in grande parte ancora cristiana a dare vita al Movimento Pax Christi e al Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace». «È necessario cioè - spiega Francesco - operare per una pace vera tramite l'incontro fra persone concrete e la riconciliazione fra popoli e gruppi che si affrontanoda posizioni ideologiche contrapposte e impegnarsi per realizzare quella giustizia cui le persone, le famiglie, i popoli e le nazioni sentono di aver diritto, sul piano sociale, politico ed economico per compiere la loro parte nel mondo". Infatti, «accanto al sapiente sforzo di quella superiore fantasia creativa, che chiamiamo diplomazia che va continuamente alimentato, e alla promozione, nel mondo globalizzato, della giustizia, che è ordine nella libertà e nel dovere cosciente». Ed ugualmente, per Bergoglio «è necessario rinnovare tutti gli strumenti più adatti a concretizzare l'aspirazione alla giustizia e alla pace degli uomini e delle donne di oggi». In un altro passaggio Papa Francesco parla del «grande ostacolo da rimuovere» per «considerare i nostri simili come fratelli e sorelle» e così «poter superare guerre e conflittualità», è quello «eretto dal muro dell'indifferenza: la cronaca dei tempi recenti ci dimostra che se parlo di muro non è solo per usare un linguaggio figurato, ma perché si tratta della triste realtà». Il Papa ha ricordato che «la Chiesa non si stanca di ripetere che ciò vale non solo a livello individuale, ma anche a livello dei popoli e delle nazioni, tanto che essa considera la comunità internazionale come la Famiglia delle Nazioni». E che la realtà del muro di indifferenza «investe non solo gli esseri umani ma anche l'ambiente naturale, con conseguenze spesso nefaste in termini di sicurezza e di pace sociale».
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