venerdì 31 ottobre 2014
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«Nel fare a tutti i miei migliori auguri per l’ormai prossima Solennità di tutti i Santi (e, quindi, di tutti i battezzati), vorrei invitare i lettori, soprattutto i giovani, a usare la testa anziché la zucca vuota che richiama a qualcosa di macabro e pericoloso. La partecipazione ad Halloween ci allontana dall’autentico significato cristiano della festa, nella quale la Chiesa celebra i santi come nostri modelli e potenti intercessori presso Dio». Ha il dono di essere franco il dottor Valter Cascioli, psichiatra psicoterapeuta, portavoce ufficiale dell’Associazione internazionale esorcisti, di cui è membro come esperto e consulente medico-scientifico.  «Dietro l’innocente formula 'dolcetto o scherzetto' che, agli occhi dei più appare una semplice carnevalata capace di accendere la fantasia di tanti bambini, si nasconde una realtà oscura, tenebrosa e inquietante. L’esaltazione di tutto ciò che è terrifico e l’invito più o meno esplicito a giocare con immagini di morte è profondamente diseducativo e può creare, in particolari casi, notevoli problemi psicologici: traumi psichici, paura del buio, incubi, insonnia», nota l’esperto. «In questa irriverente festa neopagana trionfano immagini cadaveriche, scheletri, teschi zombie. Tutto questo testimonia una grave perdita di rispetto per il mistero della morte e per tutte quelle persone che ci hanno preceduto davanti a Dio, nel segno della fede: i nostri cari defunti che riposano in pace», fa notare Cascioli, aggiungendo: «Dietro questa ricorrenza c’è l’esaltazione di Satana e degli spiriti maligni, che spingono le persone possedute verso la propria distruzione psichica e spirituale, portandole spesso a gravi forme di autolesionismo, fino al suicidio. Per gli occultisti e i satanisti la notte del 31 ottobre è, infatti, un’occasione propizia per compiere riti magici, sacrilegi, profanazioni dei cimiteri e malefici. In questo giorno si celebra il capodanno satanico e si compiono messe nere, riti di adorazione, di iniziazione e di consacrazione a satana».  Invece la Solennità del primo novembre ci ricorda «una dimensione soprannaturale, oggetto di studio della teologia, che rende conto delle azioni che possono essere compiute esclusivamente da Dio, ma che Egli può far giungere a noi per mediazione o intercessione della Vergine Maria, degli angeli o dei santi». Tuttavia, fa notare il portavoce dell’Aie, «la visione atea e materialistica della vita, che mette l’uomo al posto di Dio, sta sempre più avanzando. Anche la società nella quale viviamo si presenta a noi come una medaglia con due facce diverse: da un lato il desiderio dell’uomo di rapportarsi con il soprannaturale, fino a volerlo far ricadere sotto la verifica dei propri sensi, dall’altro il processo di secolarizzazione che ha contribuito ad allontanare le persone dalla pratica religiosa, lasciandole in balìa di un sentimento nel quale si fa strada una religiosità 'fai da te' che non dà a Dio il giusto culto».  Per camminare sulle orme dei santi, che hanno seguito Cristo, Cascioli ricorda che «lo stato di grazia e il perdono, da offrire in modo incondizionato, svolgono un ruolo fondamentale. Si rende necessaria una vera conversione del cuore e, di conseguenza, un radicale cambiamento di vita: abbandonare situazioni affettive, lavorative e patrimoniali irregolari, perdonare chi ci ha fatto del male, sbarazzarsi di oggetti esoterici, superstiziosi o immorali come amuleti, talismani, tarocchi, musica satanica». Rimettendo al centro Dio come Signore della propria vita.
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