mercoledì 3 luglio 2013
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La presenza del papa a Lampedusa «sarà sicuramente un segnale di speranza per queste persone e di richiamo all’intera società, all’intero Paese perché diventiamo sempre più una società che sa accogliere nel rispetto, nell’equità e nella giustizia». Lo afferma il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, aggiungendo che la visita di Francesco, prevista per lunedì, «è un segnale importante di speranza e di particolare attenzione della Chiesa e del Santo Padre verso il problema costituito da queste persone alla ricerca di una vita migliore e spesso in fuga da situazioni di povertà estrema, di miseria o di mancanza di libertà».L’annuncio della visita del papa a Lampedusa viene accolto «con soddisfazione e riconoscenza» dalla Caritas Italiana. Il direttore, don Francesco Soddu, parla di «un segnale di forte speranza che incoraggia la Caritas e l’intera Chiesa nel costante impegno a favore degli ultimi e ci spinge ad andare verso le periferie dell’esistenza». Per il direttore del Cir (Centro italiano rifugiati) Christopher Hein, quello di Francesco è «un gesto di estrema importanza», perché «il pontefice va per incontrare i tanti richiedenti asilo, rifugiati e migranti che si trovano nell’isola, ma anche per ricordare i tanti morti in mare». Il pellegrinaggio del papa «contribuisca ad aprire gli occhi di tutti su un vero dramma epocale, restituendo speranza, dignità e fiducia ai più poveri della terra», è l’auspicio che esprime il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo. «È un segno stupendo – aggiunge Giovanni Ramonda, responsabile generale della Giovanni XXIII – di come il Papa voglia davvero una Chiesa povera per i poveri, capace di spingersi nelle periferie per portare l’amore di Cristo a tutti, a partire dai più poveri ed emarginati».
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