Appello urgente per Cecilia e Marco
sabato 6 dicembre 2014
Un appello urgente arriva dal Tribunale per i Minorenni di Milano che è alla ricerca di due famiglie adottive speciali e consapevoli per due bambini con situazioni sanitarie particolari, Cecilia e Marco.

Cecilia è una bimba di cinque mesi con l’aspetto di una bambolina, due grandi occhi azzurri, per ora con un ridotto tono muscolare diffuso, che cresce però senza particolari disturbi. Cecilia è affetta da una malattia genetica che richiederà stimolazioni e controlli medici periodici.


Per lei si cerca una famiglia affettuosa, serena, con figli non troppo piccoli, in grado di accoglierla come figlia adottiva, amandola e aiutandola nella sua crescita.

Marco è un bambino dolce e affettuoso di due anni, con un’espressione attenta e uno sviluppo fisico adeguato alla sua età. Il bambino è stato abbandonato dalla sua famiglia d’origine quando sono apparsi più evidenti i suoi bisogni di stimolazione.


Da un’indagine specialistica è emerso che Marco è affetta da una malattia genetica rara, anche se la sua sintomatologia motoria ha subito un netto miglioramento dall’inserimento in comunità.


Anche per lui si cerca una famiglia adottiva con figli grandi, desiderosa di offrirgli affetto e sicurezza, che lo possa accompagnare nella sua crescita.





Info: Tribunale per i minorenni di Milano, fax: 02.4815136, all’attenzione della dottoressa Simonetta Testero, Cancelleria adozioni.





Leah, 11 anni, troppo presto


per diventare sposa

Leah è stata ammessa al centro St Paul Children’s Care Centre di Naibori, in Kenya, circa un mese fa, perché rischiava di contrarre un matrimonio. Il padre infatti voleva darla in sposa a soli 11 anni. La madre, preoccupata, l’ha salvata portandola dalla zia che doveva occuparsi di lei. La zia però ha iniziato a maltrattarla e lo zio ad abusarne fisicamente.


La ragazza voleva solo tornare dai suoi genitori, ma il padre l’aveva già promessa in sposa a un uomo che aveva anche pagato la dote, stipulando di fatto un contratto. Cosi Leah ha chiesto aiuto a un’insegnante della scuola e oggi vive nel centro St Paul. Non può tornare a casa sua perché il promesso sposo avrebbe tutto il diritto di prenderla con sè.


La struttura Aibi dove vive Leah, per la quale occorre trovare un sostenitore a distanza (50 euro mensili), opera in Kenya dal 2008. La sede di Nairobi è gestita da una volontaria italiana e da un assistente locale. Inoltre, Aibi si avvale di un’équipe multidisciplinare composta da un’assistente sociale, una psicologa e un legale, che si occupa di rendere possibile il reinserimento in famiglia dei bambini finiti in istituto che sono parecchi.

Aibi collabora con il Saint Paul Children’s Care Centre dal 2011 attraverso il progetto “Sostegno senza distanza” e dal 2011 con un programma per l’accoglienza dei bambini e il loro reinserimento in famiglia. Il centro è nato nel 1983 e si trova nel villaggio di Embul-Bul a Ngong nel distretto di Kajiado, a circa 25 chilometri da Nairobi. Attraverso la collaborazione con Aibi gli operatori del centro sono stati formati
e sensibilizzati sull’importanza di fare vivere i bambini in un ambiente famigliare e negli ultimi due anni sono stati reintegrati più di trenta bambini e adolescenti come Leah.


La struttura è molto accogliente e spaziosa, dotata di un’aula per la musica, una per il computer e una ludoteca dove giocare. E’ presente un grande orto e degli animali, di cui i bambini si prendono cura. I minori
frequentano la scuola adiacente al centro, che appartiene al St. Paul, e partecipano a varie attività ricreative a seconda del loro tempo libero. Il sostegno permetterebbe a Leah di proseguire la sua permanenza lì.


Il centro inoltre organizza seminari sia per i bambini che per i genitori per prepararli alla reintegrazione familiare, e continua ad assisterli anche nelle fasi successive, una volta ritornati a casa.

Info: Aibi, sad@aibi.it​
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