venerdì 26 febbraio 2016
L’incontro del disgelo tra il premier italiano e il presidente della Commissione Ue: «una ampia identità di vedute», velata soltanto sporadicamente da «parziali disaccordi maldestri».
Renzi-Juncker: linea condivisa sulla flessibilità
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L'Italia ha tenuto una «condotta esemplare» sulla questione dei migranti e ha anche avanzato un documento di proposte «assolutamente pro-europeo» che «dà coraggio». È arrivato il disgelo tra Roma e Bruxelles, dopo l'incontro a Roma tra il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker e il premier Matteo Renzi. I due si sono intrattenuti a parlare per quasi due ore a palazzo Chigi. Poi si sono presentati davanti alle telecamere annunciando di avere - Juncker lo ha ripetuto più volte - «una ampia identità di vedute», velata soltanto sporadicamente da «parziali disaccordi maldestri». E anche sui conti hanno chiarito: Juncker ha sottolineato di essere contrario a una «austerità sciocca e cieca» mentre Renzi si è impegnato a usare solo «la flessibilità che ci sarà consentita».

Cosa si sono detti Renzi e Juncker?

Il presidente della Commissione Ue Juncker con il premier Matteo Renzi (LaPresse) Renzi: «Record minimo di infrazioni» Aprendo la conferenza stampa, Renzi non ha rinunciato a rivendicare le ragioni dell'Italia, anche con qualche asprezza. Per prima cosa ha sottolineato: «Siamo al record storico minimo di infrazioni. Martedì scorso la Commissione ha approvato l'ultimo report. Dalle 119 che l'Italia aveva quando siamo andati al Governo il 22 febbraio 2014, alle 83 di oggi. Questo aiuta tutti a dare un messaggio chiaro: questo Governo è dalla parte delle regole». Il progetto per l'Europa a Ventotene Poi ha ricordato che «il Governo ha stanziato 80 milioni per l'educazione e la formazione delle classi dirigenti dell'Europa e del Mediterraneo. Lo faremo a Ventotene, lì dove Spinelli scrisse il Manifesto. Nel 2017 partiranno i corsi di formazione, i momenti di incontro e aprirà una foresteria». Renzi: «Paesi est non siano solidali solo quando prendono i soldi» E poi è tornato ad attaccare sulla questione migranti: «Noi abbiamo fatto la nostra parte sugli hotspot - ha detto - ma non è stato fatto altrettanto da parte degli altri. Per essere molto chiari, non è che si può essere solidali solo quando c'è da prendere i soldi e non quando c'è da fare la propria parte». Mentre il premier proncunciava queste parole, Juncker, lo sguardo rivolto verso il basso, tirava un sospiro. Aveva l'aria di uno che avrebbe risposto a muso duro. Invece no. È stata una serenata. Juncker: “Sto meglio a Roma che a Bruxelles”

"Contrariamente ad altri - ha esordito - a me piace molto Bruxelles, ma mi sento meglio a Roma. Perché per gli altri europei, come per i lussemburghesi come me, l'Italia tutta e non solo Roma non è fatta di luoghi neutri. Sono luoghi che ci fertilizzano, ci alimentano, ci offrono ispirazioni nobili e ambizioni che ci portano lontano". Juncker: “Disaccordi parziali e maldestri”E ha continuato: "Sono lieto di essere qui perché quando si tratta di parlare dell'essenza delle cose, tra la Repubblica italiana e le Commissione europea c'è un'ampia identità di vedute. Ci sono più punti di incontro virtuosi tra noi, che non parziali disaccordi, a volte maldestri da entrambe le parti". Juncker: "Dall'Italia condotta esemplare sui migranti" Ha definito un "ottimo risultato" la riduzione delle procedure di infrazione e lodato l'iniziativa su Ventotene. Poi ha lanciato un assist sui migranti: "Non si dice abbastanza spesso - ha detto Juncker - che l'Italia in questo ambito e fin dall'inizio ha tenuto una condotta esemplare, al confronto di altri Paesi che si muovono, a essere educati, in maniera esistante". Juncker: "Documento italiano di raro livello" E ancora, ha rivolto un elogio al documento pubblicato dal Governo italiano qualche giorno fa, intitolato 'proposta strategica dell'Italia per il futuro dell'Unione europea: crescita, lavoro e stabilità'. "Molto raramente - ha detto Juncker - mi sono visto proporre un documento di riflessione di questo livello da uno Stato membro. Questo documento è assolutamente pro-europeo, è un piano che dà un nuovo coraggio a coloro che non smettono di credere nella necessità di Europa. Mi rallegro col Governo italiano per questo documento". Renzi: «Useremo flessibilità che ci sarà consentita"

Persino sui conti i due sono apparsi allineati: "Per noi il punto di riferimento dal punto di vista tecnico è ciò che dice la Commissione", ha detto Renzi. "Useremo - ha spiegato - la flessibilità che ci sarà consentita". Juncker: «No austerità sciocca o cieca» Al che Juncker ha replicato: "Non sono a favore di un'austerità sciocca e cieca", anche perché "non bisogna nemmeno perdere di vista la necessità assoluta di ritrovare una crescita più intensa e duratura". PuntualitàUnica apparente preoccupazione di Juncker in Italia quella della puntualità. Se all'appuntamento con la presidente della Camera Laura Boldrini, ha guardato nervosamente l'orologio più di una volta in attesa del suo arrivo, durante il punto stampa con Renzi ha ribadito più volte che i tempi erano stretti. "Ho appuntamento alle quattro - ha detto in conferenza stampa quando erano circa le 15.30 - col presidente Mattarella. Per educazione e amicizia non posso permettermi di arrivare in ritardo". Un incontro quello con Mattarella, durato poi circa un'ora, nel corso del quale i due hanno rilevato una coincidenza di vedute sui temi della flessbiilità, convenendo che non ci sono grosse questioni ad annuvolare i rapporti Roma-Bruxelles. Mattarella avrebbe in particolare sottolineato l'importanza per il nostro Paese del piano Juncker sugli investimenti. L'inciampo e l'abbraccio Alla fine tutti questi mesi di polemiche si sono sciolti in un inciampo e un abbraccio. "Grazie Jean-Claude - ha detto Renzi - credo che la tua presenza in Italia sia sempre molto importante, penso che con la tua leadership potremo dare più attenzione al debito e alle questioni economiche ma anche a quelle umane, che sono le più importanti". Juncker si è girato verso di lui e ha alzato il braccio per abbracciarlo ma è inciampato e gli è caduto addosso. Non ha tuttavia perso l'equilibrio e il momento si è concluso con l'abbraccio.

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