sabato 11 gennaio 2014
Una legge funzionale a un progetto ideologico preciso. «Siamo qui per manifestare contro il progetto di legge sull’omofobia, ma sarà sempre più difficile farlo nelle piazze, sui giornali, in televisione e sui social network».
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Una legge funzionale a un progetto ideologico preciso. «Oggi siamo qui per manifestare contro il progetto di legge sull’omofobia, ma sarà sempre più difficile farlo nelle piazze, sui giornali, in televisione e sui social network. Se passerà – avverte Francesco Belletti – non potremo più dichiararci contro i matrimoni gay e le adozioni alle coppie omosessuali». Alla manifestazione di Manif pour tous Italia, c’è anche il presidente del Forum delle Associazioni familiari, che parla esplicitamente di rischi pesanti di censura preventiva e di repressione della libertà di opinione, insiti nel disegno di legge Scalfarotto. Una “legge-bavaglio”, ma anche una “legge grimaldello", per aprire la strada alla legalizzazione - ad esempio - dell’utero in affitto, pratica di maternità surrogata per i gay che pretendono un figlio. E, sottolinea Belletti, un grande mercato per il business della provetta. È a piazza Santi Apostoli la prima manifestazione di popolo di persone diverse per fede, idee politiche, orientamenti culturali, accomunate dalla difesa della famiglia naturale, nel mirino in Europa di potenti lobby ideologiche ed economiche. Quattromila persone, dicono gli organizzatori: famiglie, ragazzi, immigrati coi figli, associazioni, politici come Roccella e Giovanardi (Ncd), Gasparri (Fi), Gigli (Pi). Un esordio per la filiazione italiana di Manif pout tous - il movimento nato in Francia per contrastare l’approvazione del matrimonio gay - che mette radici anche in Italia. E per l’occasione arriva a dare il suo intervento il portavoce del movimento. Jean.-Pier Delaume Myard: «Io, omosessuale francese, non gay, sono onorato di essere qui».
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