lunedì 20 aprile 2015
​Riserve e critiche “sulla diffusione dell’educazione alla dottrina di genere nella scuola italiana”: le esprime una nota diffusa oggi da parte dell’Unione dei giuristi cattolici italiani (Ugci), riportata dall'agenzia Sir. DOSSIER
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Riserve e critiche “sulla diffusione dell’educazione alla dottrina di genere nella scuola italiana”: le esprime una nota diffusa oggi da parte dell’Unione dei giuristi cattolici italiani (Ugci), riportata dall'agenzia Sir. Nel testo si evidenzia che “iniziative di tal segno, rivolte sia al personale scolastico docente e amministrativo, sia agli alunni, sono state intraprese sulla scorta della Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (2013-2015), elaborata dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali in collaborazione con un ‘gruppo nazionale di lavoro’ composto esclusivamente da associazioni Lgbt” (lesbiche, gay, bisex, transex). I giuristi cattolici argomentano che “tali progetti, che si basano su programmi e materiali ingiustificatamente affidati alle sole supervisione e consulenza delle associazioni Lgbt, hanno suscitato tra i genitori e le relative associazioni reazioni di perplessità e protesta, che sembrano denotare il mancato rispetto della normativa che prescrive la condivisione dell’offerta formativa nell’ambito degli organi collegiali scolastici, in cui le famiglie degli alunni sono rappresentate e in conformità al principio della corresponsabilità nel servizio educativo. Secondo l’Ugci “lo statuto scientifico” di tali teorie è “problematico e controverso”. Si chiede che la scuola “non diventi terreno di indottrinamento e di confusione”.
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