venerdì 13 marzo 2015
UN altro "strappo": sì al discusso rapporto sulla democrazia (che comprende anche l'aborto): 390 voti a favore, 151 no e 97 astensioni. Ecco chi ha votato.
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È stata approvato ieri a larghissima maggioranza, con 390 sì, 151 no e 97 astensioni, durante la plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo il “Rapporto annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo 2013 e la politica Ue in materia” preparato dall’eurodeputato del Pd Antonio Panzeri, incluse le sue parti relative all’aborto e alle unioni omosessuali che avevano suscitato le dure proteste del network del movimento della vita. Il rapporto – che peraltro ha parti molto positive, con la dura condanna della persecuzioni delle minoranze religiose e in particolare di quelle cristiane nel Medio Oriente – è stato approvato completo del paragrafo 136, che invano i Popolari avevano cercato di stralciare. Un paragrafo in cui si parla esplicitamente del «diritto all’aborto», diritto che peraltro non è contemplato in alcuna Carta o convenzione internazionale, né europea né Onu. Non basta, il rapporto – destinato a occuparsi della situazione dei diritti umani fuori dall’Ue – contiene anche un altro paragrafo, il 162, nel quale si «incoraggiano le istituzioni Ue e gli Stati membri a contribuire ulteriormente alla riflessione sul riconoscimento dei matrimoni omosessuali e delle unioni dello stesso sesso come questione politica, sociale e di diritti umani e civili». Materie, quelle dell’aborto e del diritto di famiglia, che in realtà è di stretta competenza degli stati nazionali, come ha rilevato l’eurodeputato del Pd di area cattolica Luigi Morgano: «Ancora una volta, ideologicamente – ha tuonato – si è voluto utilizzare questo importante appuntamento annuale, che peraltro contiene una serie di punti positivi, per “forzare” i Trattati e suggerire, o meglio affermare, a livello europeo l’aborto come diritto umano, nonostante il principio di sussidiarietà stabilisca che più materie, come il diritto di famiglia, siano di competenza nazionale». L’area cattolica del Pd ha votato contro questi due paragrafi, tuttavia alla fine, sull’intero rapporto gli unici a votare contro sono stati lo stesso Morgano e Damiano Zoffoli, per il resto il Pd ha votato sì.Per parte loro i Popolari hanno ottenuto almeno una piccola vittoria simbolica: e cioè la soppressione di un altro paragrafo (con il pieno sostegno del gruppo dei Socialisti e democratici), in cui si esprimeva una netta condanna per il referendum svoltosi in Croazia, che limita l’istituto del matrimonio alla sola unione di uomo e donna, così come a analoga consultazione (però fallita) in Slovacchia. A fare fuoco e fiamme sono stati eurodeputati croati di vari schieramenti, non solo popolari, che sono riusciti a ottenere così anche il sostegno del gruppo dei Socialisti e democratici. L’emendamento è infatti passato con 388 sì e 229 no. Come da indicazione data prima del voto, comunque, visto che non è passato l’emendamento che avrebbe cassato il riferimento al diritto all’aborto, i popolari hanno votato compatti «no» all’intero rapporto Panzeri. Nessun sì, questa volta, le uniche “defezioni” sono state le astensioni di Barbara Matera (Forza Italia) e dell’altoatesino Herbert Dorfmann (Südtiroler Volkspartei). Val la pena ricordare, comunque, che il rapporto votato ieri, al pari di quello di Marc Tarabella (con analogo riferimento al “diritto all’aborto”) votato in aula martedì, sono testi che non hanno alcun valore giuridico, vincolante. Le indicazioni e le “raccomandazioni” agli Stati sono puri inviti che i paesi non sono in alcun modo tenuti a seguire. Né questi testi spianano la strada a direttive o regolamenti Ue.
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