venerdì 28 agosto 2015
«La famiglia è declinata al singolare, è quella riconosciuta dalla nostra Costituzione, così come l’esperienza universale attesta»: lo ribadisce il cardinale Bagnasco, presidente della Cei.
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«I bambini sono da generare, non da produrre. Non sono cose». Lo afferma il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova, a margine della processione verso il Santuario della Madonna della Guardia, nella vigilia della festa per l’anniversario dell’apparizione della Madonna sul monte Figogna che sovrasta la città e si affaccia sul mare. «La famiglia – aggiunge Bagnasco – è il perno, la base della società, del vivere insieme perché è il grembo della vita. I bambini nascono lì, secondo quello che è l’esperienza universale. La famiglia è la prima scuola, la prima palestra di dialogo, di incontro, di relazioni, vi si impara a stare insieme, a dialogare, con generazioni diverse, età diverse e anche con generi diversi. La famiglia è declinata al singolare, è quella riconosciuta dalla nostra Costituzione, così come l’esperienza universale attesta». Migranti Interpellato sulla questione dei migranti, Bagnasco ha osservato che «siamo tutti contenti per le parole della signora Merkel perché è un cambio di marcia, un cambio di registro per affrontare un problema drammatico, un esodo terrificante da cui nessuno stato europeo si può sentire esente tanto più un Paese come la Germania e gli stati che stanno meglio. Date le misure veramente bibliche del fenomeno bisogna che sia l’autorità internazionale non soltanto continentale, e quindi l’Onu, ad affrontare seriamente, politicamente ed economicamente, il problema», che «si amplificherà sempre di più». Il fenomeno delle migrazioni in atto, ha detto ancora Bagnasco, «è inarrestabile» e «si amplificherà sempre di più, tanto è vero che oramai stanno arrivando anche dall’Afghanistan e da altre nazioni che prima non si erano affacciate alle porte dell’Europa. Il che significa che è veramente un problema mondiale».Cristiani perseguitati Infine il presidente dei vescovi italiani si è espresso sul tema delle persecuzioni contro i cristiani, sulle quali «non bisogna assolutamente spegnere le luci perché è un fatto, un fenomeno gravissimo, che persiste e che aumenta dalle nostre informazioni tramite le nunziature apostoliche. Bisogna che, grazie ai media, l’attenzione del mondo continui a essere puntata anche sulle persecuzioni dei cristiani».
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