giovedì 8 agosto 2013
​Griffini (Aibi): attivare subito la banca dati nazionale. «Senza numeri certi non si possono avviare pratiche internazionali. Dagli Usa arrivano sempre nuove richieste». Dopo 8 anni la Romania riapre la possibilità di adottare, ma solo per coppie romene o italo-romene in Italia.
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Esistono almeno 1.491 buoni motivi per realizzare, al più presto, la banca dati nazionale dei bambini adottabili e delle coppie disponibili all’adozione. Tanti sono i minori italiani senza una famiglia, che ancora attendono di essere assegnati a dei nuovi genitori. Il dato, ancora parziale, è stato comunicato, per la prima volta, nel corso di un recente incontro tra il Capo dipartimento della Giustizia minorile, Caterina Chinnici e il presidente dell’associazione Aibi-Amici dei bambini, Marco Griffini.«Questo dato – sottolinea Griffini – conferma che in Italia vivono ancora bambini che attendono di essere adottati. Considerato che, nel nostro Paese, ogni anno i minori adottati sono un migliaio circa, si capisce come ci sia ancora molto da lavorare per garantire a tutti questi piccoli il diritto ad avere una famiglia».Il problema è che non tutti i Tribunali dei minorenni dispongono di una banca dati aggiornata dei minori adottabili e che, soprattutto, i Tribunali non sono in rete tra loro. «Per questa ragione – riprende Griffini – sarebbe importante avere una banca dati nazionale. In questo modo, potremmo anche attivare le adozioni di bambini italiani da parte di coppie straniere. Una strada oggi non praticabile proprio per la mancanza di dati certi. Eppure, soprattutto dagli Stati Uniti, sono molte le coppie che ci contattano con il desiderio di adottare un bambino italiano».Per Griffini - che sottolinea il «grande interesse» del ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, per queste tematiche, a cui ha dedicato una Commissione di studio di recente costituzione - ci sono comunque «segnali positivi su cui lavorare». «Questo primo incontro con il ministero – aggiunge – segna una svolta importante e l’inizio di una nuova stagione di collaborazione, per difendere i diritti dei bambini fuori dalla famiglia, in Italia e all’estero».A questo proposito, dalla Romania è arrivata nei giorni scorsi «un’ottima notizia», subito rilanciata da una nota di Aibi: l’autorità centrale Ora ha deciso di riaprire le adozioni internazionali chiuse dal 2005. I nuovi dossier delle famiglie disponibili all’adozione, saranno esaminati a partire da settembre. Per il momento, però, ricorda Aibi, questa è soltanto un’apertura parziale. La possibilità di adottare riguarderà infatti solo ed esclusivamente le coppie rumene o italo-rumene residenti in Italia, o in altri Paesi esteri. Una notizia positiva in un contesto, quello delle adozioni internazionali, in forte sofferenza, come conferma l’ultimo Rapporto della Commissione presieduta dal ministro per l’Integrazione, Cecilie Kyenge. Nel 2012 i bambini stranieri adottati in Italia sono stati 3.106 e le famiglie adottive 2.469, con un calo, rispetto al 2011, del 22,8% per quanto riguarda i minori e del 21,7% per le famiglie.
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