giovedì 14 aprile 2016
Presentato a Milano il nuovo centralino nazionale: volontari formati offrono assistenza a chi ha abortito.
800 969 878, un numero verde per chi ha abortito
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Il primo a comporre il numero verde nazionale 800 969 878, mesi fa, è stato un uomo e il 41 per cento delle chiamate vengono fatte proprio da uomini. Dall’altro capo del telefono ci sono i volontari di un centralino, il primo di questo tipo in Italia - “Fede e terapia” è il nome del progetto che mira proprio a “guarire le ferite dell’anima” - che si occupano di offrire assistenza a chi ha abortito. “Non c’è da stupirsi ­- spiega don Maurizio Gagliardini, creatore del servizio e presidente dell’associazione Difendere la vita con Maria –:  spesso sono fidanzati e mariti a decidere che la compagna abortisca e questo “aborto procurato” nel tempo cova nell’anima, producendo un malessere morale e sociale che va prima o poi elaborato. Aprire mente e cuore è dunque fondamentale per capire cosa è successo e iniziare un cammino di guarigione, soprattutto in questo Anno Santo della Misericordia. Infatti spesso queste persone non chiedono di parlare con lo psicologo ma con il prete”.

Se si prende coscienza di ciò che è successo “è il primo passo per la riconciliazione – spiega la psichiatra Liliana Zedda -. Fede e terapia stanno insieme perché il senso di colpa per i cristiani diventa peccato che sarà perdonato dal Padrone della vita”.

“Un servizio che vuole ridare alle donne la loro capacità generativa, anche quando è ferita da esperienze drammatiche”,  ha commentato monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara (l’associazione di Gagliardini è nata nella diocesi piemontese) e vicepresidente per l’Italia settentrionale della Cei, presente alla conferenza stampa di presentazione del servizio, avvenuta oggi nella sede milanese di Avvenire che è media partner dell’iniziativa.

“E’ necessario rompere il muro del pregiudizio – ha sottolineato il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio - e sanare le ferite, decine di migliaia ogni anno, legate alla non accettazione della vita in tutte le sue forme. E la parola chiave è accoglienza”. “Presenza preziosa sul territorio”, definisce il lavoro di ascolto monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale della diocesi di Milano, per il quale “il numero verde permette di ricostruire quel tessuto umano che troppo spesso si va sfilacciando”.

A fronte di un bollettino di guerra ­- sei milioni gli aborti consumati in Italia, riporta le cifre Carlo Casini, presidente onorario del Movimento per la vita, “molti ripetuti, vale a dire che sono almeno 4 i milioni di donne coinvolte” – chi sono le donne che chiamano? Per Benedetta Foà, psicologa che lavora dietro le quinte del servizio, offrendo una consulenza che è molto spesso un “abbraccio”, “sono spesso quarantenni che chiedono ascolto: hanno abortito a 16/17 anni, costrette dai genitori o dal fidanzato. Si sono portate dentro il segreto, l’umiliazione e la rabbia senza poterne parlare con nessuno. Lo fanno adesso. E non pare loro vero di trovare qualcuno che le ascolti”.

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