mercoledì 3 agosto 2016
Andrea e Don de Dieu tendono la mano
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L’ultimo appello della stagione, prima che la rubrica “Cerco famiglia” si fermi per la consueta pausa estiva, viene lanciato dal Tribunale per i Minorenni di Milano. La richiesta è presto detta: i giudici cercano una famiglia adottiva per un bambino di due anni, Andrea, nato lievemente prematuro e che in seguito a traumi ripetuti è stato ricoverato in ospedale per un lungo periodo.

Andrea infatti, come scrivono i giudici, “presenta problemi organici che ritardano le tappe di sviluppo, anche se attualmente sta facendo progressi”.

Per questo bambino così piccolo e già così provato dalla vita, il Tribunale milanese sta cercando una famiglia “serena e affettuosa anche con figli in età scolare”, disponibile ad accoglierlo e seguirlo con opportune terapie riabilitative, “finchè sarà necessario”.

Andrea viene descritto come un bambino “sorridente, vivace, affettuoso” che sicuramente “si gioverà delle cure attente di due genitori che lo accoglieranno” come figlio.

La famiglia che desidera rendersi disponibile a valutare e approfondire la possibilità di adottare Andrea, può rivolgersi al Tribunale per i Minorenni inviando un fax allo: 02.4815136, all’attenzione di Simonetta Testero, presso la cancelleria adozione.

 

Un “Dono di Dio” da non sprecare

 

Qual è il giorno più bello della tua vita? Se lo chiedete a una mamma o a un papà vi risponderanno “il giorno in cui è nato mio figlio”.

Don de Dieu, “Dono di Dio”, questo il nome impegnativo che gli è stato dato, è nato 7 mesi fa a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, ma la sua mamma non ce l’ha fatta e suo papà, malato di mente, voleva sbarazzarsene buttandolo via nella spazzatura. E’ così che sono stati allertati gli educatori dell’orfanotrofio Enfant de Grace, con il quale la ong Coopi  porta avanti un programma di sostegno a distanza dal 2006.

Don de Dieu è nato in Repubblica Centrafricana, una delle terre più disgraziate, martoriate dai conflitti,  e ora non ha neanche una famiglia che possa farlo sentire al sicuro, anche solo con un abbraccio.

E’ ancora troppo piccolo per comprendere che crescere non sarà facile, ma gli educatori che l’hanno accolto nel Centro sono pronti a dargli il calore di una famiglia, come già fanno con gli altri piccoli ospiti dell’orfanotrofio.

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