martedì 1 dicembre 2020
Al tramonto del primo dicembre, 104 anni fa, il beato Charles de Foucauld veniva ucciso a 58 anni a Tamanrasset, nel desertico sud dell’Algeria.
Sulle orme del beato Charles de Foucauld
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Al tramonto del primo dicembre, 104 anni fa, il beato Charles de Foucauld veniva ucciso a 58 anni a Tamanrasset, nel desertico sud dell’Algeria. «Muore come sarebbe voluto morire: spogliato di tutto, irriconoscibile, nella logica del chicco di grano che porta frutto dando la vita per amore », commenta sorella Antonella Fraccaro, responsabile generale delle Discepole del Vangelo, congregazione religiosa nata nel 1973 e ispirata proprio al carisma di frère Charles. «Siamo in 50 e altre 9 in formazione, abbiamo 12 comunità in Italia, Francia e Albania.

La tredicesima dovremmo aprirla in un quartiere popolare di Algeri, appena il Covid avrà attenuato la sua corsa e ci consentirà di partire», riassume. Ma la pandemia non ha fermato quest’anno le numerose iniziative di preghiera e riflessione, dal vivo e online, per l’anniversario della morte del beato che con la sua esperienza ha innervato la loro spiritualità: «È un appuntamento fisso per noi ormai da 30 anni, una tappa importante per farlo conoscere, pur evitando assembramenti e rispettando tutte le regole previste dall’emergenza sanitaria», spiega sorella Antonella. (Programmi dettagliati e materiali utili sono disponibili sul sito www.discepoledelvangelo.it).

Dal vivo o in modo virtuale ci si può unire alle loro fraternità, molte delle quali propongono l’adorazione eucaristica: «Per frère Charles era un momento di incontro con Dio, uno spazio lasciato al Signore perché entri nella nostra vita con la sua presenza. E l’Eucaristia è significata dalla Parola: stare a tu per tu con un Dio conosciuto attraverso la Scrittura meditata», sottolinea la religiosa.

Richiamando il mistero della Visitazione «che riassume lo stile di evangelizzazione di frère Charles: si proponeva di testimoniare in silenzio Gesù attraverso l’adorazione. Come Gesù ha fatto gioire Giovanni mentre era ancora nel grembo di Elisabetta, lui voleva portare Cristo ai popoli che non lo conoscevano attraverso il silenzio: non predicandolo ma vivendolo, cercando di farlo dimorare in sé stesso per assumere i suoi tratti». Un approccio che verrà ripreso in alcuni incontri in calendario, mettendolo in relazione con la nuova encliclica di papa Francesco, la “Fratelli tutti”, perché richiama «diversi elementi caratteristici della proposta spirituale di frère Charles: la fraternità, l’universalità, farsi carico dei poveri, l’attenzione al contesto, la generatività, il senso sociale, l’apertura di orizzonti, il dialogo».

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