martedì 1 dicembre 2020
Il piano vaccini del governo sarà presentato mercoledì: le dosi in 300 ospedali, prima il personale sanitario. A che punto siamo con i vari vaccini contro la pandemia
In arrivo 202 milioni di vaccini. Comitato di Bioetica: può essere obbligatorio
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Mercoledì il ministro Speranza presenta il piano vaccini in Parlamento; ma già oggi ne ha anticipato i contorni nella conferenza con i capi gruppo a Palazzo Chigi.

Il vaccino anti-Covid – che sarà quello dell’azienda Pfizer – «arriverà tra il 23 e il 26 gennaio; arriveranno 202 milioni di dosi». Queste ultime andranno «ai 300 punti individuati, che sono direttamente gli ospedali» spiega Speranza. Obiettivo fondamentale: non far coincidere la terza ondata eventuale con la campagna vaccinale, quindi ridurre il più possibile nelle prossime settimane la curva (di qui le decisioni drastiche del governo nell’imminente Dpcm di Natale).

I primi a ricevere la profilassi – come ampiamente annunciato – saranno medici, infermieri e personale delle Rsa. «Poi sarà distribuito prima agli ultra ottantenni, poi alla fascia 60-70 anni e in seguito alle altre fasce come i lavoratori essenziali. In questa categoria saranno compresi anche i lavoratori della scuola». Anche l’esercito sarà coinvolto, in un’operazione che per il momento non sarà resa obbligatoria per nessuno: «Procederemo con l’informazione e la persuasione».

Ancora, dopo la prima fase verrà quella delle vaccinazioni di massa: «Utilizzeremo grandi spazi pubblichi, palestre, spazi aperti, fiere» continua Speranza.

Al piano però, manca ancora una certezza: che i vaccini siano autorizzati. Il primo giorno da segnare sul calendario è il 29 dicembre: l’Agenzia europea del famraco (Ema) Ema ha fatto sapere ieri che entro questa data procederà alla valutazione del primo candidato, Pfizer. Poi, il 12 gennaio, toccherà a Moderna.

Il vaccino può diventare obbligatorio

Il vaccino è un "bene comune" e può diventare obbligatorio in caso di emergenza. Queste sono alcune delle indicazioni contenute nel documento pubblicato dal Comitato nazionale di bioetica (Cnb) sul tema dei vaccini, con riferimento sia alla ricerca sia alla produzione e alla distribuzione. Il Comitato nazionale di bioetica (Cnb) ritiene che "debbano essere fatti tutti gli sforzi per raggiungere e mantenere una copertura vaccinale ottimale, non escludendo l'obbligatorietà in casi di emergenza, soprattutto per gruppi professionali maggiormente esposti all'infezione e alla trasmissione della stessa".

Lo si legge nel parere "I vaccini e Covid-19: aspetti etici per la ricerca, il costo e la distribuzione" pubblicato oggi sul sito del Comitato stesso che "auspica che tale obbligo sia revocato qualora non sussista più un pericolo importante per la società e sia privilegiata e incoraggiata l'adesione spontanea da parte della popolazione". Premessa indispensabile affinché alla pianificazione della distribuzione consegua una accettazione della vaccinazione da parte dei cittadini, è secondo il Cnb, "una informazione e comunicazione trasparente, chiara, comprensibile, consistente e coerente, basata su dati scientifici sempre aggiornati.
Una specifica attenzione dovrebbe essere rivolta alla identificazione delle fonti di disinformazione e falsa informazione".

A che punto siamo con i vaccini contro il coronavirus?

La vaccinazione di comunità contro Covid-19 rischia di fallire a causa dell'esitazione a vaccinarsi, che coinvolge il mondo occidentale. L’indecisione riguardo a vaccini ancora in fase di sviluppo e con profili di sicurezza ed efficacia ancora del tutto sconosciuti e sui quali scarseggiano i dati necessari per prendere una decisione informata (ben diversa dall'opposizione ai vaccini) richiede che l'intero processo di sviluppo, di sperimentazione, di autorizzazione al commercio e di distribuzione sia reso trasparente. In questa direzione si muove l'EMA, che ha organizzato un incontro pubblico per l'11 dicembre volto a informare i cittadini circa i processi regolatori (sovranazionali e nazionali) per approvare i vaccini anti Covid-19 e il ruolo dell’Agenzia nella valutazione e nel monitoraggio della loro efficacia e sicurezza.

L’azienda statunitense di biotecnologie Moderna ha annunciato di avere avviato le pratiche negli Stati Uniti e in Europa per ottenere un’autorizzazione di emergenza per il proprio vaccino contro il coronavirus. Pochi giorni fa Pfizer-BioNTech avevano fatto altrettanto, dopo i risultati molto promettenti della loro soluzione. Entro fine anno potrebbe quindi essere approvato l’uso di due vaccini per rallentare la pandemia, a meno di un anno dall’avvio del loro sviluppo e della loro sperimentazione. Nello specifico vediamo quali sono stati gli ultimi passaggi per i principali tre vaccini sperimentali.

VACCINO BIONTECH-PFIZER (GERMANIA)

L'Ema (Agenzia europea per i medicinali) ha annunciato di avere ricevuto la richiesta di autorizzazione per l'immissione in commercio condizionale del vaccino di BioNtech e Pfizer. Lo si legge in una nota dell'Agenzia che specifica che un parere sull'autorizzazione potrebbe arrivare "entro poche settimane" se "i dati presentati saranno sufficientemente solidi e completi per dimostrare la qualità, la sicurezza e l'efficacia del vaccino". Il comitato scientifico per i medicinali per uso umano (Chmp), prosegue la nota, concluderà la sua valutazione durante una riunione straordinaria prevista per il 29 dicembre al più tardi.

VACCINO MODERNA (USA)

L'Ema (Agenzia europea per i medicinali) ha fatto sapere di avere ricevuto la richiesta di autorizzazione per l'immissione in commercio condizionale del vaccino contro il coronavirus di Moderna. Lo si legge in una nota dell'Agenzia che specifica che un parere sull'autorizzazione potrebbe arrivare "entro poche settimane" se "i dati presentati saranno sufficientemente solidi e completi per dimostrare la qualità, la sicurezza e l'efficacia del vaccino". Il comitato scientifico per i medicinali per uso umano (Chmp) dell'Ema concluderà la sua valutazione durante una riunione straordinaria prevista per il 12 gennaio al più tardi.

VACCINO ASTRAZENECA-OXFORD

Il governo britannico ha riferito di aver chiesto formalmente all'Agenzia di regolamentazione dei medicinali e dei prodotti sanitari del Paese di valutare se il vaccino sviluppato da AstraZeneca e dall'Università di Oxford possa essere autorizzato per l'uso. La richiesta è arrivata tra le domande sorte sui risultati preliminari della sperimentazione dopo che l'azienda e l'università hanno riconosciuto che la parte più incoraggiante dei loro risultati derivava da un errore di dosaggio. Il segretario alla salute del Regno Unito Matt Hancock ha affermato di aver chiesto all'authority di determinare se il vaccino "soddisfa rigorosi standard di sicurezza".

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