lunedì 29 maggio 2017
Il provvedimento, eseguito dalla Guardia di finanza, è su due polizze vita del valore di riscatto di 495mila euro. I difensori dell'ex leader di An: faremo ricorso. Il gip: difesa inverosimile
L'ex presidente della Camera Gianfranco Fini

L'ex presidente della Camera Gianfranco Fini

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Due polizze vita per un valore totale di un milione di euro. A tanto ammonta il sequestro che la Guardia di finanza, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, ha eseguito con l’operazione "Rouge et noir" nei confronti dell’ex presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, già indagato dalla procura di Roma per concorso in riciclaggio. Pronta la risposta dei legali dell’ex leader di An. «Il provvedimento di sequestro non è diretto in prima persona nei confronti di Gianfranco Fini – spiegano Francesco Caroleo Grimaldi e Michele Sarno – Sono state sequestrate le polizze intestate alle figlie sulla base dell’incapienza del patrimonio che doveva essere oggetto di sequestro nei confronti di Giancarlo Tulliani». Il provvedimento di sequestro, assicurano alla fine, sarà «impugnato al Tribunale del Riesame, davanti al quale verrà riaffermata l’assoluta estraneità dell’onorevole Fini ai fatti che gli sono contestati». Mentre per il gip Simonetta D'Alessandro, il negare ogni accusa dell'ex numero uno di Montecitorio viene considerata «del tutto inverosimile».

La vicenda

Il sequestro (due polizze vita con valore di riscatto per 495mila euro) è scattato in seguito ad un approfondimento investigativo dell’indagine che già aveva portato, il 13 dicembre 2016, all’arresto di Francesco Corallo e dei suoi presunti sodali Alessandro La Monica, Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Arturo Vespignani e Amedeo Laboccetta, accusati di essere promotori e partecipi di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale dedita ai reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Il profitto illecito dell’associazione, oggetto di riciclaggio, una volta depurato, sarebbe stato impiegato da Corallo in attività economiche e finanziarie ed in acquisizioni immobiliari che hanno visto il coinvolgimento di membri della famiglia Tulliani, a loro volta indagati per riciclaggio e reimpiego e già destinatari, lo scorso 14 febbraio, di un provvedimento di sequestro del valore di 7 milioni di euro. Secondo gli inquirenti il sequestro di oggi trova fondamento nella «centralità progettuale e decisionale» assunta da Fini nella vicenda.


Le ipotesi della Guardia di finanza

«I proventi illeciti conseguiti dall’associazione capeggiata da Francesco Corallo - secondo quanto riferisce la guardia di finanza - sono stati utilizzati per attività economiche, finanziarie, ed acquisizioni immobiliari, tra cui l’acquisto dell’appartamento ceduto da Alleanza nazionale alle società offshore Printemps e Timara, riconducibili a Giancarlo e Elisabetta Tulliani». Da quanto emerso dalle indagini dei finanzieri questo «negozio giuridico, realizzato alle condizioni concordate con Francesco Corallo ed i Tulliani, è stato deciso da Gianfranco Fini nella piena consapevolezza di tali condizioni».

Da ulteriori indagini, spiegano le Fiamme gialle, è emerso come «Gianfranco Fini sia stato artefice dei rapporti che si sono instaurati
tra Francesco Corallo e i membri della famiglia Tulliani, rapporti in forza dei quali costoro hanno ricevuto dal primo le cospicue somme di denaro, in assenza di qualsiasi causale logica, ovvero in presenza di causali non collegabili a reali prestazioni effettuate». Proprio sulla base di queste nuove indagini, è stato emesso il decreto di sequestro preventivo eseguito nei suoi confronti. Secondo
i finanzieri è emerso «un circuito economico fraudolento posto in essere dai sodali i quali si adoperavano, attraverso la costituzione di numerose società offshore, a trasferire, dall’Italia verso numerosi Paesi europei ed extraeuropei, somme di denaro oggetto di peculato, e sottratte alla pretesa impositiva erariale».

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