mercoledì 2 dicembre 2020
Il ministro illustra il nuovo Dpcm al Senato: «Per Natale misure rafforzate, limiteremo gli spostamenti tra i Comuni». Opzionate 202 milioni di dosi di vaccino, ecco perché
Il ministro della Salute Roberto Speranza

Il ministro della Salute Roberto Speranza - Ansa

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"Le ordinanze sono scelte ispirate dal principio di precauzione che hanno aiutato a ridurre il contagio e il numero dei nuovi casi. Il governo si è assunto la responsabilità di scelte difficili ma necessarie. Senza di esse la pressione sugli ospedali diverrebbe insostenibile. Dall'analisi dei dati nel loro quadro evolutivo emerge che le misure adottate iniziano a dare primi incoraggianti risultati e tutto lascia prevedere che prossimo monitoraggio dovrebbe confermare il calo di Rt . Sono fiducioso che a breve l'indice possa scendere sotto 1". Così il ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto al Senato per spiegare le decisioni prese dal governo nell’ultimo mese e lo stato della curva epidemiologica in Italia.

Speranza, sulla base dell’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità (Iss), ha sottolineato che le misure adottate nelle ultime settimane hanno aiutato le Regioni «a frenare l’espansione del contagio e a ridurre in numero assoluto il numero quotidiano dei contagi». Mentre il governo si prepara a varare nuove misure per il periodo natalizio, Speranza ha dichiarato come «ogni ordinanza restrittiva comporta sacrifici di cui siamo ben consapevoli, ma senza queste scelte sarebbe impossibile tenere la curva sotto controllo».

In base all’ultimo monitoraggio effettuato dall’Iss e dal ministero della Salute, «i dati risultano incoraggianti, tutto lascia prevedere che la prossima rilevazione dovrebbe confermare la discesa dell’indice Rt», aggiunge Speranza. «Sono fiducioso che a breve l’indice possa scendere sotto l’1. La situazione rimane seria in tutto il paese, ma mi sembra giusto sottolineare quella che è una verità ormai evidente: le misure che abbiamo messo in campo stanno funzionando. In primavera fu l’Italia a indicare ai paesi occidentali la strada del lcokdown».

Compatibilmente con l'evoluzione del quadro epidemiologico, ha detto, è obiettivo del governo riportare in presenza le scuole superiori.

Vaccini, prenotate 202 milioni di dosi. «Gratis e per tutti»

L'Italia si appresta ad affrontare la più grande campagna vaccinale di tutti i tempi per sconfiggere il Covid. Illustrando il piano alle Camere, il ministro Speranza ha snocciolato i numeri: il nostro Paese si è assicurato l'opzione per oltre 202 milioni di dosi di vaccini, per l'esattezza 202 milioni e 573mila. "L'acquisto del vaccino è centralizzato e somministrato gratis a tutti gli italiani" ha detto il ministro. Il vaccino, ha ribadito, "è un bene comune, un diritto assicurato a tutte le persone. Nessuna diseguaglianza sarà ammissibile nella campagna di vaccinazione".

Per raggiungere l'immunità di gregge, l'obiettivo è vaccinare il 70% della popolazione, ossia 42 milioni di italiani. Perché allora 202 milioni di dosi? Anzitutto, ha ricordato Speranza, gran parte dei vaccini opzionati richiede un richiamo, quindi servono due dosi a paziente (è il caso del vaccino di Pfizer). E poi è stato pianificato l'accumulo di scorte considerevoli, dal momento che non è ancora chiaro (visti i tempi ristretti della sperimentazione) quanto duri l'immunità conferita dal vaccino.

Sono sei le aziende farmaceutiche coinvolte: la prima è Pfizer, che per il suo vaccino a base di mRna, o Rna messaggero, è in attesa dell'autorizzazione dell'Ema (l'Agenzia europea per i medicinali) che potrebbe arrivare il 29 dicembre (è notizia di oggi l'autorizzazione data dalla Gran Bretagna, primo Paese al mondo). Seguirà verosimilmente Moderna, il cui turno all'Ema sarà il 12 gennaio. Un portavoce della Commissione Europea ha dichiarato all'agenzia Reuters che la procedura dell'Ema "è il meccanismo normativo più efficace per garantire a tutti i cittadini europei accesso a un vaccino sicuro ed efficace". Le autorità britanniche hanno dato l'autorizzazione d'emergenza al vaccino ad appena dieci giorni dall'inizio dell'esame dei dati sui test di larga scala.

Da fine gennaio dunque si potrebbe partire con la vaccinazione in base alle fasce di priorità individuate: operatori sanitari, Rsa, anziani over 80, categorie di interesse pubblico (insegnanti, personale scolastico, forze dell'ordine, personale delle carceri e dei luoghi di comunità). Poi si procederà alla vaccinazione di massa della restante popolazione, verosimilmente tra primavera ed estate. La distribuzione dei vaccini avverrà con il coinvolgimento delle forze armate, ha puntualizzato Speranza.

"Abbiamo sottoscritto tutti i contratti che l'Ue ha formalizzato, non vogliamo correre il rischio di non poter disporre di un vaccino" ha detto il ministro. Queste, nel dettaglio, le dosi opzionate suddivise per le aziende produttrici: AstraZeneca 40,38 milioni; Johnson&Johnson 53,84 milioni; Sanofi 40,38 milioni; Pfizer/BNT 26,92 milioni; CureVac 30,285 milioni; Moderna 10,768 milioni.

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