sabato 24 marzo 2018
Ha retto l'intesa centrodestra-M5s. Prima donna a ricoprire il ruolo di seconda carica dello Stato
Fico presidente della Camera. Al Senato eletta Alberti Casellati
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Roberto Fico eletto presidente della Camera con 422 voti. Lo ha comunicato all'Assemblea di Montecitorio il presidente provvisorio Roberto Giachetti, rendendo noto il risultato dello spoglio. Gli altri voti sono andati a Giachetti (102), Fraccaro (7), Brunetta (3). I voti dispersi sono stati 5, 60 le schede bianche, 21 le nulle. Il quorum richiesto era di 311 voti. Alla proclamazione i deputati M5s sono andati in visibilio. Matteo Dall'Osso ha urlato "Yipeee!". Il centrodestra ha applaudito come pure qualche deputato del Pd. Mentre solo i deputati M5s si erano alzati in piedi per una standing ovation per Roberto Fico quando è stata raggiunta quota 311. Tutti gli altri sono rimasti fermi. Abbracci e baci per Luigi Di Maio da parte dei colleghi. Applausi e abbracci in aula al Senato del gruppo M5s alla notizia dell'elezione di Roberto Fico a presidente della Camera.

«Sono emozionato a rivolgermi a tutti voi e a tutti i cittadini, grazie per la fiducia per l'incarico di alta responsabilità. Onorerò il mio impegno con la massima imparzialità e il massimo rigore. Desidero rivolgere il mio saluto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella garante dei valori della Costituzione». Così il neopresidente della Camera Roberto Fico. «Intendiamo costruire il futuro con l'unico interesse del bene collettivo» e vogliamo «che questa sia la casa dei cittadini e che ritrovi la centralità delle istituzioni». «Il taglio ai costi della politica è uno dei principali obiettivi della legislatura: razionalizzare costi della Camera senza tagliare i costi della democrazia, qualcosa è stato fatto, tantissimo resta da fare». «Le decisioni finali devono maturare solo e soltanto nelle commissioni e nell'aula, non consentirò né scorciatoie né forzature nel dibattito parlamentare». «È necessario - ha concluso il neopresidente - porre fine a un modo di legiferare confuso, fatto di deroghe. Mi piace immaginare il Parlamento come istituzione pensante che si interroga su cosa deve fare, che rispetti i cittadini e ispiri in loro il senso di appartenenza nel futuro e nella classe politica. Mi ispirerò a tre principi: l'alto livello qualitativo del dibattito parlamentare, il rispetto della maggioranza e della minoranza, il rispetto della richiesta di cambiamento espressa dai cittadini nelle urne».

Maria Elisabetta Alberti Casellati è la 22esima presidente del Senato, è la prima donna a ricoprire il ruolo di seconda carica dello Stato. La senatrice di Forza Italia, è stata eletta al terzo scrutinio con 240 voti. Un applauso si è levato dall'aula del Senato dopo il raggiungimento del quorum (160). L'applauso, partito dai banchi di Forza Italia, si è poi propagato a tutto l'emiciclo con i senatori in piedi. Valeria Fedeli, candidata dal Partito democratico, ha ottenuto 54 preferenze. Voti hanno ottenuto anche Roberto Calderoli (3), Roberta Pinotti (2), Liliana Segre (2), Maurizio Gasparri (1), Paolo Romani (1) e Luigi Zanda (1). I votanti sono stati 319, le schede bianche 14 e le nulle una. Giorgio Napolitano, dopo lo scrutinio della terza votazione, ha proclamato Elisabetta Maria Alberti Casellati presidente del Senato. Un Napolitano commosso ha ringraziato tutti a cominciare dalla segretaria generale e tutti i senatori, apprezzando il «senso di responsabilità» dimostrato dalle forze politiche.

«Questa mattina - ha detto la neopresidente - ho riletto il mio primo intervento in Senato. Era la discussione sul voto di fiducia al primo governo di Silvio Berlusconi, il 17 maggio 1994. Lì iniziò il mio percorso da servitrice delle istituzioni. Ho avuto negli anni il privilegio di avere diverse responsabilità pubbliche, fino all'elezione, nel corso della scorsa legislatura, a componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura.

Da oggi, le mie energie saranno rivolte ad assolvere questo prestigioso ruolo con disciplina e onore, cercando ogni giorno di mettere in pratica quei valori che la nostra Carta costituzionale - di cui quest'anno ricorre il 70esimo anniversario - ha posto alla base della vita delle istituzioni repubblicane». «Le forze politiche pur nella dialettica diversa esprimono tutte l'intera collettività, la consapevolezza condivisa della comune legittimazione è la condizione essenziale per un buon governo. Il Senato e le Istituzioni tutte che definiscono la nostra forma Costituzionale riflettono in questa legislatura i cambiamenti profondi di un quadro politico e inedito», ha affermato Elisabetta Alberti Casellati.

Un lungo applauso dell'aula ha segnato il passaggio dell'intervento della presidente in cui ha sottolineato la responsabilità e l'onore di essere la prima donna eletta alla seconda carica dello Stato. Un altro applauso quando ha reso omaggio alla senatrice a vita Liliana Segre. «Un onore e una responsabilità - ha sottolineato - che sento doveroso condividere proprio con tutte le donne che con le loro storie, azioni, esempio, impegno e coraggio hanno costruito l'Italia di oggi; un grande Paese democratico e liberale in cui nessun obiettivo, nessun traguardo è più precluso». «Restituire certezze, sicurezze, serenità, significa poter tornare a mettere in primo piano le nostre risorse naturali, le nostre bellezze, il vero capitale delle nostre terre. L'Italia è un caleidoscopio di inestimabili stratificazioni artistiche e culturali. Coerentemente con la nostra storia e con il nostro patrimonio storico, architettonico, archeologico e naturalistico, dobbiamo impegnarci a preservare e custodire tali tesori, all'insegna della sostenibilità e della valorizzazione. Sarà questo il vero e più importante lascito alle future generazioni, per il quale - non a caso - ci viene riconosciuto il primato nella Lista del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco», ha concluso.

I neopresidenti eletti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Alberti Casellati, si sono recati al Colle per la consueta visita al presidente della Repubblica dopo l'elezione.

L'intesa dopo i vertici della mattina
Il vertice mattutino del centrodestra aveva ribaltato gli scenari che si erano prospettati nella notte. Il centrodestra ritrova l'accordo dopo il vertice a Palazzo Grazioli e propone Casellati al Senato, ma boccia Fraccaro alla Camera.

In zona Cesarini il centrodestra si ricompatta, ritrova l'unità e converge su Elisabetta Casellati per la presidenza del Senato. A pochi minuti dall'avvio delle nuove votazioni alla Camera e al Senato, una nota congiunta dei tre leader del centrodestra, Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, sblocca l'impasse. Regge l'asse con i 5 stelle, che danno il via libera al nome di Casellati. E in quello che sembra un risiko con un delicato spostamento di pedine, entra in scena la senatrice azzurra ed esce dalla scena il pentastellato Riccardo Fraccaro, la cui candidatura alla presidenza della Camera, ritenuta «non idonea» dal centrodestra, dura il tempo di una notte, mentre ricompare sulla scena quella di Roberto Fico, messo in panchina questa notte dagli stessi vertici 5 stelle.

Il Pd, da spettatore, opta per l'abbandono della scheda bianca e annuncia che voterà suoi candidati di bandiera: Roberto Giachetti alla Camera e Valeria Fedeli al Senato.

«Nell'interlocuzione con le altre forze politiche ho detto chiaramente che avremmo proposto un altro nome ed è colui che è già stato votato nel suo ruolo di garanzia, ma anche che ci rappresenta al meglio ed è la storia di questo Movimento, Roberto Fico», dice ai parlamentari pentastellati Luigi Di Maio. Per Fico si sta avverando «un sogno meraviglioso», ma ora «manca il tassello del governo». Ecco, appunto, il governo.

Nella nota congiunta il centrodestra mette bene in chiaro che «le intese intercorse in questa fase non sono prodromiche alla formazione di un Governo e che non avranno nessuna influenza sul percorso istituzionale successivo per il quale l'indicazione spetterà al presidente della Repubblica». Dunque, se le intese raggiunte tra centrodestra e 5 stelle reggeranno alla prova delle votazioni segrete, oggi saranno eletti i successori di Pietro Grasso e Laura Boldrini.

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