giovedì 18 luglio 2019
Senegal e Algeria si affronteranno domani luglio nella finale di Coppa d'Africa:
L'allenatore del Senegal Aliou Cisse (Foto Ap)

L'allenatore del Senegal Aliou Cisse (Foto Ap)

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Sono divise dal vuoto della sabbia dai riflessi d’oro. Tra la grande Algeria, con lo sguardo sul Mediterraneo, e il piccolo Senegal, sull’oceano Atlantico, c’è il Sahara. Stasera, sull’erba verde dello stadio internazionale de Il Cairo saranno invece l’una di fronte all’altra per una finale, inedita. Algeria-Senegal è sì il remake del recente match della prima fase a gironi della Coppa d’Africa, vinto dai maghrebini 1-0, ma stavolta c’è in palio il trofeo.

Le Volpi del Deserto e i Leoni della Teranga sono arrivati, un po’ a sorpresa, alla fine di un viaggio lungo un mese e oggi andranno a caccia di felicità per i loro popoli. Sui social gira un video che ritrae una via silenziosa di un paese algerino in una sera d’estate: un uomo passeggia, due bimbi si inseguono in bicicletta. All’improvviso, un boato. Dalle case decine di persone si riversano in strada tra urla e balli: il capitano Riyad Mahrez, talento del Manchester City, ha appena segnato su punizione contro la Nigeria, al 95’, il gol che vale la finale (vinta nel 1990 proprio contro i nigeriani). Gli algerini, per altri motivi, in strada ci stanno da tempo. Sono 21 venerdì che organizzano cortei. Da marzo hanno un capo di Stato e un governo ad interim, dopo le dimissioni di Bouteflika, costretto dagli scioperi a ritirare la sua candidatura alle presidenziali.

Il voto è stato rimandato ed è scaduto anche il mandato del capo di Stato provvisorio, il debole Bensalah. All’orizzonte si staglia l’uomo forte: il capo di Stato maggiore Salah. La capitale Algeri è militarizzata e si vede la fine delle Primavere Arabe, iniziate come un domino alla morte dell’attivista tunisino Bouazizi nel 2011, datosi fuoco dopo il sequestro del suo carretto di frutta e verdura. Di calcio si parla quindi sottovoce, visto anche il grande numero di partite truccate dell’ultimo campionato (svelate da un’inchiesta della BBC) sotto la regia di presidenti di club corrotti con arbitri e giocatori compiacenti. Una vittoria della nazionale può far scrivere pagine nuove. In Senegal l’hanno chiamata Redemption Song, come l’inno alla libertà di Bob Marley che in epoca post-coloniale invitava a emanciparsi dal complesso d’inferiorità verso l’Occidente.

La carovana si muove a tappe per incontrare i giovani e scoraggiarli dal partire verso l’Europa. Migranti che per evitare la lunga e mortale traversata del deserto oggi si muovono via mare: molti pescatori hanno trasformato le loro piroghe in mezzi di trasporto e in decine di migliaia sono già approdati alle Canarie. Una speranza a rimanere la regala lo sport. È stata assegnata al Senegal l’edizione 2022 dell’Olimpiade giovanile, la prima volta dell’Africa come sede dei Giochi. La capitale Dakar avrà lo stadio olimpico e ospiterà le gare con le città di Diamniadio e Saly.

Fondata nel 2015, l’accademia di calcio Spem si trova invece a Thiès e non valorizza solo il potenziale calcistico dei giovani ma, oltre a offrire vitto e alloggio, li supporta in un percorso di crescita umana e scolastica. Alle selezioni nei villaggi, su campi di sabbia, si presentano 500/600 bambini per volta. Bambini che stasera tiferanno per l’idolo, nonché capitano, Sadio Mané. Ha alzato la Champions con il Liverpool e vuole alzare la Coppa d’Africa per il suo Paese, che non l’ha mai vinta. Era il 2002 quando Aliou Cissé, attuale ct, sbagliò il rigore decisivo nella finale contro il Camerun. Il Senegal vuole dipingere un’alba verde, gialla e rossa, i colori della sua bandiera, sul Continente Nero.


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