sabato 14 settembre 2013
La mobilitazione è necessaria perché le autorità del Vecchio continente non finanzino più campagne a favore dell’interruzione di gravidanza e di sperimentazione sugli embrioni sia attraverso proprie linee di salute, sia indirettamente sostenendo economicamente quelle di organizzazioni private.
Una mobilitazione che ha «acceso» 28 Paesi | Casini: Adesso si punta al raddoppio | ADERISCI
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Oltre un milione di firme. Raggiunto il primo obiettivo della campagna europea Uno di Noi. Ora il testo dovrà essere discusso dal Parlamento europeo. Soddisfazione del comitato italiano presieduto da Carlo Casini. L’annuncio è stato dato ieri durante una conferenza stampa a Torino in occasione della 47° Settimana Sociale dei cattolici dedicata alla famiglia. Tante firme per chiedere con forza che l’Unione Europea non finanzi più campagne a favore dell’interruzione di gravidanza e di sperimentazione sugli embrioni sia attraverso proprie linee di salute pubblica, sia indirettamente sostenendo economicamente quelle di organizzazioni private. Si chiede alla Ue di impegnare i soldi dei cittadini europei per promuovere la vita e non per sopprimerla. Ma l’impegno continua perché come evidenzia Casini, «più firme raccogliamo, più forte sarà la nostra voce sul tavolo europeo». Ancora una quarantina di giorni per allargare il consenso. «La quota raggiunta – ha infatti sostenuto Maria Grazia Colombo, portavoce del Comitato italiano – non la consideriamo un traguardo, ma una tappa. Continuiamo il nostro lavoro e chiediamo sostegno fino alla fine di ottobre». I dati parlano chiaro. Ad oggi 360mila italiani hanno firmato, ma ancora molte adesioni cartacee non sono giunte al comitato, tra l’altro premiato per il suo lavoro anche a livello europeo. Sono in crescita Germania, Grecia, molto forte anche la raccolta in Polonia. Hanno superato inoltre la soglia anche Austria, Spagna, Francia, Ungheria, Lituania, Olanda, Romania, e Slovacchia. «Ogni singola firma è importante – ha ribadito Colombo chiedendo ancora uno sforzo –. Si insiste sull’utilizzo dell’online. Rilanciato il Clickday europeo del 22 settembre. Un modo per sensibilizzare ancora su Uno di Noi utilizzando la rete. Tante le organizzazioni, le associazioni i movimenti che nei loro siti ripropongono il banner, da cui si può accedere per firmare. Nell’era dei social network, la raccolta firme cartacea però, ad oggi, è ancora in testa. Oltre 600mila a 425mila (in Italia il rapporto è 292mila a 68mila). Dal comitato l’invito ad utilizzare sempre più la rete anche per l’immediatezza e la velocità della raccolta. Non si sta mobilitando solo il mondo cattolico. Nella prima settimana di ottobre la raccolta firme nelle scuole sia statali, sia paritarie, sarà promossa anche da sigle di varie associazioni di categoria. Dietro ogni firma c’è una persona, l’adesione spesso è occasione di dialogo e di confronto sui valori fondamentali dell’esistenza. «Non sempre è semplice – ha ammesso la portavoce del Comitato – riuscire a far passare il nostro messaggio, a volte viene frainteso. Scambiato per una campagna referendaria». Ma l’impegno sta dando i suoi frutti. E ancora arriveranno firme, considerate le tante iniziative in programma nei prossimi giorni. Come quella dell’Unitalsi, che sui treni bianchi dei malati verso Lourdes, nella settimana dal 21 al 28 settembre, continuerà la raccolta per poi installare, nei dintorni del santuario mariano, una postazione web. Fioriscono le idee di promozione: l’associazione Papa Giovanni XXIII, ad esempio, abbina la campagna Uno di Noi a “un pasto al giorno”. E ancora, il Rinnovamento nello Spirito Santo la unisce alla manifestazione “10 piazze per 10 Comandamenti” che si concluderà proprio a Torino il prossimo 5 ottobre. E per gli oltre 1.300 delegati alla Settimana sociale della città della Mole, nell’atrio del Teatro Regio, campeggia un piccolo stand. «Ma siamo certi – chiosa Colombo – che ciascuno di loro abbia già offerta la sua firma».
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