lunedì 7 aprile 2014
Confronto serrato tra ordine nazionale dei medici e associazioni sulle indicazioni deontologiche segnate da un’etica soft.
No dei medici cattolici al codice etico soft (7 aprile 2014)
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Tre ore di confronto sul Codice di deontologia medica, tanto è durato l’incontro svoltosi ieri mattina a Torino tra l’Ordine dei medici e il rappresentanti delle associazioni di bioetica per fare il punto sulla contestata bozza di revisione del testo. Al tavolo di lavoro condotto dal presidente nazionale Fnomceo Amedeo Bianco con i membri della commissione deontologica, hanno partecipato i rappresentanti di alcune associazioni. Tra gli altri Domenico Coviello copresidente Scienza & Vita e Massimo Gandolfini in rappresentanza di Medici Cattolici, Medicina e Persona, Sibce. «Si è instaurato un clima positivo di dialogo e di ascolto reciproco scevro da preconcetti – commenta Domenico Coviello –. Ci auguriamo che vengano ulteriormente elaborate le sollecitazioni emerse ed esposte durante l’incontro, tenendo conto del fatto che va rimessa al centro la persona, perché la deontologia medica è fatta per la cura, non per la selezione o lo scarto». Concorda Massimo Gandolfini: «Il dibattito sul Codice deontologico mette in evidenza che è in gioco la contrapposizione tra due antropologie difficilmente compatibili, per questo l’Ordine deve sforzarsi di fare una scelta di valori che vanno sostenuti e auspichiamo che le nostre istanze vengano recepite». La marcata presa di coscienza e di posizione delle associazioni che ha seguito la diffusione della prima bozza di revisione del codice deontologico, ha determinato la volontà di instaurare un dialogo più ampio allargando la platea degli interlocutori prima di procedere a nuove elaborazioni. Un confronto necessario, stante le perplessità e i dubbi espressi anche da molti ordini dei medici provinciali. Netta la posizione dell’ordine di Bologna che, per voce del suo presidente Giancarlo Pizza, blocca ogni modifica: «Il codice deontologico attualmente in vigore va bene così com’è e non necessita di alcun cambiamento. Siamo molto critici in merito al nuovo testo di cui non condividiamo le impostazioni e riteniamo di non adottarlo». Per Bruno Ravera, presidente dell’ordine di Salerno: «il codice rappresenta più di un insieme di norme e non può essere meramente esortativo, ma deve riportare all’obbligo dei medici verso le persone che si rivolgono loro. Persone, non pazienti: non si può prescindere da ciò che è l’uomo». I due presidenti tengono a sottolineare i problemi di ordine bioetico. «Riguardo al fine vita riteniamo che nel codice attuale vi siano già tutti gli elementi per accostarsi a questa condizione e gestirla al meglio», spiega Pizza. «Anche se non vi sono concessioni eutanasiche, si dovrebbe comunque rendere esplicito il divieto di eutanasia –  chiosa Ravera – così come, per la procreazione medicalmente assistita, va introdotto il no all’utero in affitto e alle mamme-nonne».I colloqui di ieri seguono le audizioni con i rappresentanti delle società scientifiche, in un percorso di discussione e raccolta di istanze destinate a confluire in una nuova bozza il cui testo potrebbe essere sottoposto già il 15 e 16 maggio all’assemblea dei presidenti degli ordini. Se in questa occasione vi fosse una votazione con esito positivo, è probabile che il nuovo codice deontologico venga divulgato ufficialmente già dalla metà di giugno.
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