giovedì 23 luglio 2015
​È questa la decisione presa dall'équipe dell'ospedale di Reims dov'è ricoverato l'infermiere francese di 38 anni in stato di minima coscienza dal 2008, e comunicata ai familiari.

La "sentenza di morte" della Corte di Strasburgo (Marcello Palmieri)
SCHEDA La storia di Vincent, le date
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Nessuna eutanasia. È questa la decisione presa dall'équipe medica dell'ospedale di Reims dov'è ricoverato Vincent Lambert, l'infermiere francese di 38 anni in stato di minima coscienza dal 2008, e comunicata questo pomeriggio ai familiari. Dopo il via libera della Corte europea di Strasburgo alla possibilità dell'eutanasia, l'équipe guidata dalla dottoressa Daniela Simon aveva avviato il 15 luglio una procedura collegiale per stabilire se interrompere idratazione e alimentazione. Il caso è al centro di un’aspra battaglia giudiziaria tra la moglie di Vincent, che ne vorrebbe l’eutanasia, e i genitori che lo accudiscono senza riserve. Dopo un grave incidente automobilistico, Lambert ha subito danni irreversibili al cervello, ma nonostante questo non è attaccato ad alcun macchinario, respira autonomamente e risponde agli stimoli: la sua è una condizione di gravissima disabilità, non di fine vita. Per dimostrarlo i suoi genitori hanno diffuso un video dove si vede Vincent che, per quanto gli è possibile, interagisce con chi gli sta intorno e hanno messo a disposizione perizie mediche che dimostrano come abbia ricominciato a deglutire da solo, dando segni di miglioramento. Perfino il neurologo Olivier Lyon-Caen, consigliere del presidente François Hollande, è convinto che in virtù di questi progressi Vincent debba essere sottoposto a nuove indagini mediche per deciderne il trasferimento in una delle numerose strutture che si sono offerte di accoglierlo. Di diverso parere la Corte europea dei diritti dell’uomo, che il 5 giugno con una sentenza molto discussa ha autorizzato i medici dell’ospedale a interrompere i sostegni vitali e si è rifiutata di riesaminare il caso in quanto non vi sarebbero «novità sostanziali».  Anche la Chiesa francese si è schierata a difesa di Lambert. La diocesi di Lione ha diffuso un comunicato congiunto di nove vescovi francesi, tra cui il cardinale Philippe Barbarin, lanciando «un appello alle autorità politiche, giuridiche e mediche in unione con molti altri, credenti e non. Chi deve giudicare sappia che dietro la persona di Vincent Lambert è in gioco il simbolo della vita più fragile per l’avvenire della nostra società». Si stima che in Francia ci siano 1.700 persone nella stessa condizione di Vincent.(Ha collaborato Emanuela Vinai)
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