mercoledì 2 aprile 2014
​Bruciati come spazzatura, trasformati in energia per riscaldare gli ospedali all’insaputa dei genitori. Questo il destino di migliaia di feti, a volte abortiti, a volte morti per cause naturali, in 27 ospedali del Regno Unito.
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Bruciati come spazzatura, trasformati in energia per riscaldare gli ospedali all’insaputa dei genitori. Questo il destino di migliaia di feti, a volte abortiti, a volte morti per cause naturali, in 27 ospedali del Regno Unito. A denunciare l’orribile pratica è stata l’attrice Amanda Holden durante una puntata del noto programma di giornalismo investigativo «Dispatches» andato in onda lunedì 24 marzo su Channel Four. Numerosi genitori hanno spiegato di non essere stati consultati sul destino di quello che rimaneva dei loro figli. Ad alcuni è stato detto dal personale degli ospedali che il feto sarebbe stato cremato mentre, in realtà, è stato poi bruciato insieme ai rifiuti. Sarebbero almeno 15.500 i resti di feti che sono stati ridotti in cenere da 27 ospedali negli ultimi 2 anni secondo «Dispatches».La denuncia ha provocato l’intervento di sir Bruce Keogh, direttore medico del Servizio sanitario nazionale, che ha scritto a tutti gli ospedali chiedendo loro di fermare l’incenerimento di resti di feti. «Il programma dimostra che, quando un neonato muore prima di nascere, non è considerato una persona, ovvero vera vita umana, e questo contraddice l’atteggiamento della professione medica nei confronti di un feto sano e voluto che viene curato e protetto fin dalle prime settimane di vita», commenta Paul Tully portavoce della Società per la protezione dei bambini non nati, una delle più attive associazioni per la vita.
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