giovedì 5 giugno 2014
​​Il comitato europeo rilancia la battaglia a tutela dell'embrione umano dopo la bocciatura della petizione che aveva raccolto due milioni di firme.
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​«La più ferma indignazione» per la bocciatura della Commissione Ue alla petizione europea «Uno di noi» a tutela dell’embrione umano perché «certamente contraria al principio di democrazia partecipata che il Trattato di Lisbona aveva inteso promuovere introducendo l´istituto dell´iniziativa dei cittadini». È perentorio il giudizio del Comitato esecutivo europeo di «Uno di noi», formato da rappresentanti dei 28 comitati nazionali (uno per Paese membro dell’Unione europea) che avevano raccolto i quasi 2 milioni di firme a sostegno dell’iniziativa popolare (oltre 600mila delle quali solo in Italia). Nella riunione convocata a Bruxelles a una settimana dall’inatteso stop all’iniziativa dettato dal governo uscente dell’Unione, il Comitato di «Uno di noi» ha confermato che sarà «valutata, in tempi brevi, la possibilità tecnica di un ricorso alla Corte europea di giustizia per l´annullamento» della decisione europea. Il Comitato nota che «il documento della Commissione Ue non esamina affatto la domanda principale dei cittadini europei, espressa persino nel titolo della loro iniziativa: riconoscere, cioè, l´embrione umano, fin dal concepimento, come un individuo umano cioè "Uno di noi"». E quindi «non si può dire che l’iniziativa sia stata chiusa». Intanto viene annunciata una prima iniziativa col lancio di «una Petizione in tutta Europa di medici, giuristi e politici, che basandosi sulla loro specifica competenza, domanderanno alla Commissione di riesaminare Uno di noi e al Parlamento d'avviare un dibattito globale». «Uno di noi» annuncia anche novità oirganizzative: la federazione europea «Uno di noi», infatti, «diviene struttura permanente di vigilanza e stimolo sulle istituzioni europee affinché non distolgano lo sguardo dal più piccolo e debole tra tutti gli esseri umani quale è ogni figlio minacciato di morte all'alba della sua vita». Del Comitato esecutivo sono stati nominati copresidenti Carlo Casini e Jaime Mayor Oreja, mentre il coordinamento operativo è affidato ad Ana del Pino.
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