lunedì 21 luglio 2014
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La storica umiliazione inflitta dalla Germania alla Seleçao, non ha compromesso l’orgoglio e la smisurata passione che i cittadini di Alto Santo hanno, come tutti i brasiliani, per il futebol. Alto Santo è uno sperduto paesino nella povera Vale do Jaguaribe, a 243 chilometri da Fortaleza, la capitale dello Stato del Cearà. Non esistono cinema, né teatri, né altri svaghi per la popolazione. E, nonostante si trovi nell’arido e misero sertão (una sorta di savana brasiliana), la cittadina è diventata un simbolo della sfrenata passione nazionale per il calcio, l’unico divertimento in una regione fra le più miserande del Brasile. La cittadina, che quasi nessuno ha mai sentito nominare, nemmeno nel Paese del Samba, è diventata famosa perché sta costruendo uno stadio che replica il Colosseo di Roma. L’obiettivo è quello di ospitare almeno 20mila tifosi. Un numero esorbitante se si considera che Alto Santo conta circa 18mila abitanti. Come tutte le “grandi opere” brasiliane, anche il “Colosseo” della semi desertica Vale do Jaguaribe, è però in ritardo: 6 anni di lavori nonostante il governo della presidente Dilma Rousseff abbia autorizzato un finanziamento a fondo perduto di 1,7 milioni di reais (quasi 600 mila euro). «Nessuno dopo tanti anni e due amministrazioni comunali sa con esattezza quanto costerà lo stadio-Colosseo», annota la stampa locale. Ma è certo che molti si chiedono se un progetto così ambizioso, e mai terminato, non sia visto dai politici anche come un’occasione per mettere in tasca qualche mazzetta. Si tratta, quindi, dell’ennesimo simbolo di spreco dopo quello tanto contestato del Mondiale? «Non è una struttura così cara – garantisce il sindaco, Adelmo Aquino, già dirigente della squadra di calcio del Cearà –. Le partite nel nostro stadio attireranno visitatori dalle città vicine migliorando la nostra economia e sono certo che il campo verrà usato per competizioni di un certo livello». Per ora il sogno del primo cittadino di Alto Santo è di vedere i giocatori del Cearà partecipare all’inaugurazione dello stadio e che la squadra cittadina torni a giocare almeno in serie C. Ma i lavori sono iniziati sei anni fa e quanto ancora bisognerà aspettare perché l’anfiteatro sia completo nessuno riesce a capirlo. Adelmo Aquino fa un po’ di confusione. Promette che il Colosseo di Alto Santo, originalmente progettato per ospitare 20mila persone, verrà consegnato con 4mila posti a sedere pronti per essere occupati entro la fine del suo mandato. Ma, poi, spiega che spetterà al nuovo sindaco finire la struttura per garantire altri seimila posti. Certo è che Alto Santo, fino a ieri una delle tante povere cittadine sconosciute del Cearà, è balzata all’onore delle cronache nazionali e l’orgoglio degli abitanti della piccola città per l’ambizioso progetto aiuta a dimenticare l’amara sconfitta della Seleçao.
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