martedì 24 marzo 2015
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Una coppia sul ghiaccio, tutt’altro che ghiacciata. Tra Anna Cappellini e Luca Lanotte c’è un feeling solare. Un’intesa fulminea che consente ai due ballerini di danzare soavemente sulle lame. Da questa notte ai Mondiali di figura di Shanghai il duo azzurro difenderà l’oro conquistato dodici mesi fa a Saitama. Chiusa (almeno per ora) l’epoca di Carolina Kostner toccherà ad Anna e Luca tenere in alto l’orgoglio italiano sul ghiaccio. «Quest’anno abbiamo lavorato tanto – spiega Luca, ventinovenne milanese –, infarcendo i nostri esercizi di difficoltà tecniche, aumentando la velocità di esecuzione degli elementi e migliorando l’esplosività. Giorno dopo giorno troviamo nuove motivazioni perché amiamo questo sport». A Shanghai la coppia proporrà il Capriccio spagnolo nel corto e la Danza macabra nel libero: «È un regalo che abbiamo voluto farci – svela Anna, ventottenne comasca –. L’anno scorso visto che c’erano i Giochi olimpici avevamo scelto musiche italiane, stavolta abbiamo optato per due motivi che ci ispirano sin dalla gioventù». Nella disciplina senza salti ad effetto le giurie si conquistano con la costanza dei risultati ad alto livello: «Ogni anno – chiosa Luca – i giudici danno credito alle coppie che sanno mantenere uno standard elevato. È difficile per una coppia appena formata arrivare di colpo all’exploit». Luca ed Anna pattinano insieme da un decennio. Oltre all’oro iridato nel 2014 hanno vinto anche tre medaglie agli Europei: un oro, un argento (lo scorso gennaio a Stoccolma) e un bronzo. Si allenano sul ghiaccio al Forum di Assago cinque ore al giorno tranne la domenica e trascorrono in palestra otto ore a settimana: «Fondamentale - puntualizza Anna - è la supervisione dell’allenatrice Paola Mezzadri che ci supporta anche dal punto di vista umano». Quella del pattinatore è una vita di sacrifici e rinunce. «Facendo sport ad alto livello è difficile avere una vita parallela. Quando torno a casa la sera ho appena la forza di leggere un libro e di addormentarmi», osserva Luca, aggiungendo: «Meno male che entrambi siamo tesserati per un gruppo sportivo militare (le Fiamme Azzurre, ndr) così abbiamo il supporto economico per allenarci ad alto livello». Già, perché il pattinaggio artistico è uno sport molto costoso: «Solo per acquistare pattini, lame, costumi e accessori occorrono migliaia di euro all’anno. I pattini possono costare dai 400 ai 900 euro, le lame dai 100 ai 500. In più bisogna metterci la spesa per le lezioni con gli allenatori».In dieci anni di lavoro comune l’affiatamento tra i due si è solidificato. «Abbiamo attraversato momenti difficili, dai quali siamo usciti con forza e carattere», sussurra Anna, che a giugno sposerà il pattinatore azzurro Ondrej Hotarek: «Di sicuro passo più tempo con Luca che col mio futuro marito. Col proprio partner sul ghiaccio bisogna essere franchi e onesti, solo così si riesce ad eccellere». Dopo l’oro di Saitama 2014 qualcosa è cambiato in termini di popolarità, ma solo sui social network: «Quando passeggiamo per strada nessuno ci riconosce, mentre su Facebook siamo parecchio seguiti. Ovviamente gli appassionati non sono molti, perché il nostro è uno sport di nicchia. Non siamo come i calciatori, ma siamo contenti lo stesso». Per aumentare la visibilità del pattinaggio la ricetta è semplice: «Bisognerebbe allestire piste di ghiaccio in ogni città per tutto l’inverno, e non solo per il periodo natalizio, e organizzare periodicamente qualche spettacolo».La coppia, che si è da sempre ispirata al duo azzurro Fusar Poli-Margaglio (oro nella danza a Vancouver 2001), dovrà ora reggere il peso dell’intero movimento, cosa che fino allo scorso anno era affidata a Carolina Kostner: «Non sarà facile – taglia corto Anna – perché Carolina è stata immensa. Col suo talento è diventata un’icona del pattinaggio. Sarà impossibile raggiungere la sua stessa popolarità». Intanto l’obiettivo per i Mondiali cinesi è semplice: «Dimostrare al mondo – conclude Luca – che l’oro dell’anno scorso non è stato un caso. Un altro podio ci porterebbe nel gotha della disciplina».
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