venerdì 21 novembre 2014
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Non siamo nella britannica Oxford, né nell’americana Princeton, ma nel cuore di Roma, via don Carlo Gnocchi dove dal 2006, anno della sua fondazione, ha sede l’Università privata Niccolò Cusano, alias “Unicusano”. L’ateneo che reca il nome dell’eclettico filosofo, scienziato e cardinale tedesco (Niccolò da Cusa, vissuto tra il 1401 e il 1464), da qualche settimana è ufficialmente il primo esperimento di fusione a “caldo” tra l’universo della ricerca scientifica e il mondo del calcio. Dal laboratorio virtuale, di quella che nasce come università telematica (15mila iscritti, 94 poli didattici remoti in Italia, nove all’estero, corsi in e-learning e ora anche “blanded”: lezioni ed esami in presenza), è stata creata l’Unicusano- Fondi Calcio. Adesso alla domenica, il campus universitario, che vanta una palestra polifunzionale e una foresteria che ospita 300 studenti fuori sede, si trasferisce a 100 km dalla capitale, allo stadio di Fondi che, da polo “artistico” - è intitolato al pittore Domenico Purificato -, è assurto a polo del “calcio scientifico”. Sugli spalti dell’impianto della cittadina laziale (quasi 40mila abitanti, in provincia di Latina) cominciano a vedersi anche alcuni degli studenti iscritti ai corsi dell’Unicusano (Economia, Giurisprudenza, Scienze della formazione, Scienze politiche, Ingegneria, Psicologia). E per chi non ce la fa ad andare allo stadio c’è sempre la radiocronaca: la diretta sulle frequenze 89.100 fm di “Radio Cusano Campus”. «La nostra è un emittente specializzata in trasmissioni culturali – dice il conduttore Gianluca Fabi –, ma ora tra le varie attività universitarie c’è anche quella dell’esercitazione di giornalismo radiofonico sportivo con le dirette delle gare della prima squadra e di tutto il settore giovanile dell’Unicusano». I resoconti e gli articoli di approfondimento sull’inedita e frizzante realtà sportiva vengono pubblicati sulle pagine di “Tag 24”, il giornale universitario, rigorosamente on-line. Ricerca e comunicazione, dunque, sono l’assist costante al calcio che si sviluppa nel laboratorio a cielo aperto di Fondi. Laddove i governanti si limitano a parlare di “nuova cultura sportiva” e di necessità di seguire il “modello anglosassone”, l’Unicusano scende in campo per fare i fatti, ancor prima di realizzare gol. Così, per i rossoblù del presidente Nicola Ciarlone, il 2 novembre 2014 è stato il giorno della «rinascita».  La formazione allenata dal mister Sandro Pochesci, hanno debuttato contro l’Isola Liri, sotto la nuova egida responsabile di “Squadra della ricerca italiana”. «Ricerca scientifica e calcio apparentemente non hanno molto in comune, ma la nostra realtà vuole andare oltre. Perciò, abbiamo deciso di mettere insieme il grande pubblico del calcio, con quello meno visibile della ricerca scientifica, per ricordare a tutti che in ballo c’è un interesse collettivo di grande importanza. Questo è lo spirito che caratterizza l’iniziativa. Lo sport si fa portavoce della ricerca e ogni volta che l’Unicusano-Fondi Calcio scenderà in campo porterà sulle proprie maglie un messaggio che va notevolmente oltre quello sportivo ». È il manifesto tracciato dal rettore, Fabio Fortuna, 54enne ex tennista di buon livello che ha sposato in pieno il progetto «socioculturale » che verrà portato avanti dalla compagine di cui l’Ateneo capitolino nelle passate stagioni era già main sponsor. Un progetto ambizioso, visto che sulle ali dell’entusiasmo i dirigenti si sono lasciati sfuggire un beneagurante: «Il nostro piano è arrivare in Serie B in quattro anni e alla massima serie in otto». Da queste parti la Serie A l’ha vista e calcata soltanto il genius loci del pallone, Andrea Carnevale (attuale mente della “cantera” dell’Udinese) che prima di arrivare a vincere i due scudetti con il Napoli di Maradona ha mosso i primi passi nel Fondi, stagione 1977-’78 promozione in Prima categoria.  Quarant’anni dopo, il livello si è alzato. Dal 2010 al 2013 il Fondi ha conosciuto l’ebbrezza della Lega Pro, la vecchia serie C, dalla quale retrocedendo ha visto perdere gran parte delle 4mila presenze (ora si viaggia a una media di 400 spettatori) che affollavano il Purificato, specie nelle giornate calde, come il derby con il Latina che nel frattempo ha traslocato in B. La categoria dove è salito l’ex gioiello del Fondi, l’attaccante Luca Paganini (figlio del ballerino Raffaele Paganini) che milita nel Frosinone. Un esempio che sa di monito per gli oltre 300 allievi della scuola calcio che è il serbatoio dal quale potrà attingere la nuova società.   L’Unicusano, sempre sulla scia dei modelli anglosassoni, nei prossimi anni cercherà anche di trasferire i calciatori promettenti direttamente dal campus al campo del Fondi. Ma per ora si avanza un punto alla volta, come in classifica, dove la squadra di Pochesci momentaneamente naviga nella parte bassa (10 punti in undici giornate). Ma il mister non è affatto preoccupato, perché prima di tutto viene lo «spirito» del nuovo corso intrapreso. «La mia vita ha ruotato intorno al calcio: sono quindi orgoglioso di poter veicolare, tramite questo sport, un messaggio così importante. L’obiettivo da raggiungere è ambizioso, molti neanche ci avrebbero provato – spiega Pochesci – qui, invece, si vuole fare calcio di alto livello senza dimenticare, però, che nella vita ci sono cose ben più serie ed importanti. È una sfida nella sfida, anche per me ovviamente. Devo trasmettere alla squadra questo ideale dell’Unicusano, facendo capire ai ragazzi che si sta giocando per qualcosa che riesce ad andare oltre i semplici tre punti».  Ogni gara interna, infatti, si apre con il saluto al pubblico e l’abbraccio a centrocampo assieme agli avversari. Perché prima della vittoria viene il “fairplay del cuore” con la dedica speciale dei ragazzi di Pochesci ai malati di diabete o di tumore e di tutte quelle patologie sulle quali intendono sensibilizzare la ricerca durante l’arco dell’intera stagione. «Peccato che in Italia i finanziamenti per la ricerca non superino l’1,2% del Pil nazionale, mentre i nostri ricercatori sono riconosciuti e richiesti in tutto il mondo». L’Unicusano da tempo sostiene l’Ospedale Bambin Gesù di Roma e in particolar modo l’area di ricerca cardiologica infantile per la lotta alla sindrome del “QT lungo”. Tutti aspetti ben più importanti del responso del campo, anche se nei campi infuocati della provincia italica, dalla D alla Serie A, sì sa, quello che conta alla fine è vincere.  Una mentalità che odora ancora di ignoranza sportiva e che da Fondi provano a ribaltare, affidandosi alla filosofia del loro grande mentore Niccolò Cusano che in proposito sosteneva: «La cosa più perfetta che un uomo quanto mai interessato al sapere potrà conseguire nella sua dottrina è la consapevolezza piena di quell’ignoranza che gli è propria. E tanto più sarà dotto, quanto più si saprà ignorante».
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