domenica 19 giugno 2016
Tommasi: «Ora l’Italia è la squadra da battere»
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L’asticella d’ottimismo della spedizione azzurra agli Europei 2016 sale giorno dopo giorno, specie dopo avere incamerato, in virtù della vittoria del Belgio sull’Irlanda (3-0), la certezza matematica, con una partita di anticipo, del primo posto nel girone: quella di mercoledì con l’Irlanda sarà una partita che consentirà alle prime linee di rifiatare e riprendere energie: il commissario tecnico ha già annunciato un turnover. A imprimere carica al gruppo azzurro anche le parole del presidente dell’Associazione italiana calciatori, Damiano Tommasi che, intervistato in occasione della sua partecipazione (attiva sul campo) al progetto educativo “Oltre la barriera” di Figline Incisa Valdarno (Firenze), ha rimarcato la bontà di quel progetto Juventus sul quale sono imperniate le sorti, fino ad ora evidentemente felici, della nazionale di Antonio Conte, per ben tre anni al timone della Vecchia Signora prima del biennio di Allegri. Se quello che Italo Cucci ha definito il “ministero juventino” in difesa, composto dal pacchetto pentacampione d’Italia Buffon-Barzagli-Bonucci-Chiellini, risulta il reparto cardine dell’impostazione del tecnico salentino, non passano inosservate altre scelte felici maturate in casa bianconera: «abbiamo visto giocatori di livello formatisi alla Juventus anche nei reparti più avanzati, che Conte porta consapevole che una squadra abituata a vincere rende più semplice la valorizzazione di tutti i suoi elementi, anche in nazionale» sostiene Tommasi. Così, nonostante Euro 2016 sia arrivato in un momento difficile per il nostro calcio, il presidente Aic è convinto che «possiamo arrivare fino in fondo, se continuano a incastrarsi un po’ di meccanismi e si riesce a tenere la condizione fisica: sicuramente siamo una delle squadre da battere anche se non siamo i favoriti. Credo che dalla sicurezza e la solidità in fase difensiva dovremo ripartire per costruire le altre occasioni: chiunque affronterà l’Italia non sarà così tranquillo – afferma. Non sarà facile batterci». Certo, oltre alla Francia padrona di casa, la consapevolezza che Spagna e Germania ci passino al momento avanti come quantità e qualità di giocatori di alto livello rimane: «hanno investito e investono su progetti sportivi che noi non abbiamo e che quindi vengono demandati alle singole società. Abbiamo visto come le singole società alla fine cerchino i giocatori già formati all’estero per poi valorizzarli: ciò che una volta si cercava nelle categorie inferiori italiane, oggi si cerca di più all’estero anche perché all’estero credono di più nei giovani e quindi si trovano ragazzi che, già molto più giovani dei nostri, hanno esperienze internazionali. Purtroppo – riflette Tommasi – il calcio sta spostando sempre più il suo baricentro verso il business trascurando il progetto sportivo: per formare un giovane serve impegno, tempo e idee e non un buon agente. Purtroppo troppe società investono in scouting all’estero molto più di quello che investono nei loro settori giovanili qui in Italia.  Quando ci accorgeremo che senza buoni cittadini non avremo buoni sportivi, e senza buoni sportivi non avremo buoni risultati economici, forse faremo qualche passo indietro e qualche scelta strategica diversa» afferma con decisione il presidente Aic. Dagli Europei a casa nostra dunque rimbalza un problema di pianificazione: se all’estero si parla anche di 5-10 anni di progetti in ambito giovanile, in Italia spesso non passano due mesi prima di vedersi esonerare. «Non sono rari neanche i casi di esoneri ancora prima di iniziare la stagione – sottolineaTommasi – si cerca di comprare e vendere più che costruire, e ad essere penalizzato è tutto il processo di crescita dei giovani, perché quando ad un giovane non dai tempo, rischi di bruciarlo e perderlo per strada». Inevitabile chiudere con una battuta sulla panchina più “chiacchierata”, dato che proprio il dopo Conte sarà di mister Ventura. «Non so perché lo abbiano annunciato prima dell’europeo – premette Tommasi – ma di certo la sua è la panchina più scomoda perché ha mille altri concorrenti: non sono tanto i suoi colleghi allenatori ma un po’ tutti gli italiani, compresi giornalisti e tifosi che si sentono tecnici della nazionale. Speriamo abbia tempo per lavorare sulla costruzione di un blocco solido dello spogliatoio azzurro: credo sia questo l’augurio migliore».
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