sabato 2 agosto 2014
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Il rischio sempre dietro l’angolo. Le “combine”, il cancro del calcio. L’Asia, l’epicentro del malaffare. Come una piovra che abbraccia mezzo mondo, senza risparmiare nessuno (o quasi), Italia compresa, come l’ultimo scandalo scommesse testimonia. Non solo Asia, comunque. Quella è la terra dei bookmaker che muovono somme vertiginose, dei betting-syndicate che piazzano scommesse da capogiro, dei gruppi in odore di criminalità che corrompono e guadagnano, di intere nazionali (perfino di ragazzini) che combinano partite prendendo in giro chi governa il calcio mondiale.  Un’onda lunga che arriva ovunque, minando la credibilità del calcio, inquinando interi campionati (anche in Europa, soprattutto a Est), evitando le trappole di chi è chiamato a contrastarla.  L’Asia è la punta di un iceberg, il continente dove la corruzione regna sovrana, di Paesi le cui nazionali giocano solo perché i criminali possano lucrare sulle loro partite. L’Europa non arriva a certi livelli, ma presenta sacche di corruzione a dir poco preoccupanti: i casi più recenti, in Europa League, con il coinvolgimenti di Celik Niksic (Montenegro), Daugava Riga (Lettonia) e Laci (Albania).  Il rischio è dietro l’angolo, per tutti. Anche per i più onesti, talvolta protagonisti, seppur inconsapevoli. E poco importa se si tratta di gare ufficiali o semplici amichevoli. Anzi, le amichevoli sono facile obiettivo, perché impongono rischi minimi, fanno meno rumore. Sempre sul chi va là, non ci si può distrarre un attimo. Meglio ancora, sarebbe il caso di affidarsi ad esperti, anche nella scelta degli sparring- partner. Il Palermo ne sa qualcosa. Meglio, dovrebbe ma non sa. Un’amichevole, la seconda di questa estate, 6 gol segnati, nessuno subito. Una specie di “passeggiata”, che poi è pure nella logica delle cose: una squadra di Serie A contro la peggior compagine del campionato lettone, che non vince quasi mai, perde spesso e volentieri, incassa valanghe di reti. Il problema è che si tratta dello Jurmala, il cui nome alla Uefa (dove, grazie a Sportradar, si monitorano le scommesse di tutti i campionati europei) compare in una lista lunga così di gare quanto meno sospette, l’ultima non più di un mese fa. Solito canovaccio, anche l’altro giorno, contro il Palermo. Perdere deliberatamente – valanghe di soldi puntati su uno scarto di almeno 3 gol, poi su almeno 4, e ancora, fino a 6 – garantendo un certo numero di gol (almeno 5 in totale nelle forti puntate iniziali, poi soldi a cascata su un totale di non meno di 6): è la prassi più comune nelle combine. Prassi che non sfugge all’occhio allenato di chi per mestiere va alla ricerca del marcio nel calcio.Se n’è accorta Federbet (che collabora con la Liga spagnola, oltre che con alcuni club di casa nostra), che ha allertato la Lega lettone. Come al solito, scommesse (in modalità live) a dir poco anomale, valanghe di quattrini puntati in Asia (su Sbobet, l’unico bookmaker a quotare Palermo-Jurmala), incasso robusto quanto sicuro. E il Palermo a far da inconsapevole attore, vittima (e non complice) del raggiro. Il calcio è questo, a certi livelli. La cronaca lo testimonia: non solo i succitati casi in Europa League, ma pure (per dar conto del caso più clamoroso) la doppia sfida di qualificazione mondiale tra Cambogia e Laos, in barba ai silenzi della Fifa. Serve uno scatto in avanti, per starne alla larga. Competenza, la parola magica. L’Italia ha pagato dazio, agli scandali legati alle scommesse. C’è chi ha reagito e chi no. La Federcalcio (ora in ben altre faccende affaccendata) non s’è mossa, affidandosi alla Uefa, che spendendo cifre considerevoli si fa carico di ciò che avviene ai livelli più alti di tutti i campionati europei). La Lega Pro lo ha fatto, in cooperazione con Sportradar: informazione, educazione, prevenzione e controllo sono i capisaldi di un progetto che i suoi frutti li ha dati (il germe non è stato debellato, ma il numero dei casi è diminuito in maniera sensibile). La Lega di A pare si appresti a fare altrettanto, ma rischia di incamminarsi sulla strada di un conflitto di interessi. Quella di B ha fatto poco o nulla. Meglio cautelarsi, meglio per tutti. Sampdoria, Udinese e Atalanta ci hanno pensato per tempo: si sono affidate a Federbet, che monitora le scommesse (anche sulle competizioni giovanili) e tiene incontri con calciatori, tecnici, dirigenti. Progetti che, peraltro, aiutano i club a difendersi dai possibili eventuali effetti della responsabilità oggettiva. È la strada giusta, che tutti dovrebbero seguire. Anche per evitare incontri ravvicinati con squadre a rischio. Il caso Palermo-Jurmala insegna.
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