giovedì 23 giugno 2016
Buffon, un eccesso di fairplay
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Non prendeteci per degli hooligan, ma quell’abbraccio festoso del portierone azzurro Gigi Buffon al ct dell’Irlanda O’Neill al termine dello storico match vinto dagli irlandesi (che passano per la prima volta agli ottavi degli Europei) a noi è parso un eccesso di «fairplay». Le partite non devono essere delle guerre, per carità, e tanto meno delle prosecuzioni di conflitti che nulla hanno a che vedere con lo sport. Però uno sport che si rispetti è fatto di vincitori che esultano e di sconfitti che si ritirano a testa bassa, con giustificata e regolare stretta di mano agli avversari. Ora, è vero che il nostro Gigione nella sua condizione atavica di “solitudine del portiere” è abituato ad abbracciare anche i pali, ma quello slancio caloroso verso O’Neil sa di esagerato. Nemmeno nella notte mondiale di Berlino 2006 l’abbiamo visto stringere così forte il suo paterno ct Marcello Lippi. Che O’Neill sia un suo lontano parente emigrato dall’anarchica Carrara? Che l'abbia scambiato per il vecchio ct dell'Irlanda, il nostro Trap? Oppure ti viene il dubbio: ma al nostro Buffon una sconfitta dell’Italia contro la piccola Irlanda fa più piacere di una vittoria? A dire la verità di piccolo in campo c’era solo la Nazionale delle riserve che ricordava tanto quell’Italietta di Leo Longanesi fatta di «buoni a nulla ma capaci di tutto».

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