sabato 2 maggio 2015
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​Era il 10 giugno del 1980 quando due ballerini americani, Moses Pendleton e Alison Chase, all’epoca unici creatori e interpreti, al Teatro Nazionale di Milano volteggiavano forzando i limiti della gravità creando strane creature, mondi immaginari, visioni surreali. Era l’esordio in prima mondiale di un nuovo gruppo che si chiamava Momix. Lo spettacolo rimase in scena una settimana e da lì iniziò un percorso artistico eccezionale: il gruppo crebbe (lanciando anche un’altra stella, Daniel Ezralow), conquistò il mondo portando a teatro anche persone che mai si sarebbero avvicinate alla danza, divenne il beniamino del mondo del pop e della pubblicità, disegnando anche le coreografie per i grandi eventi, come la cerimonia di chiusura delle Olimpiadi invernali di Lake Placid.
 
 
Sinora sono stati 55 i Paesi toccati dai Momix. Ma l’Italia resta nel cuore: un amore ricambiato da teatri sempre sold out. «Non dimenticherò mai il nostro debutto a Milano – racconta ad Avvenire il coreografo Moses Pendleton –. Per questo volevo fortemente festeggiare qui il nostro anniversario con un nuovo spettacolo in prima mondiale proprio nello stesso teatro». E così, esattamente 35 anni dopo, il 10 giugno prossimo, la compagnia debutterà al Barclays Teatro Nazionale (nell’ambito del cartellone estivo organizzato per Expo 2015) con W Momix Forever, uno spettacolo- antologia che ripercorre la lunga carriera della compagnia, dagli storici Momix classics a Passion sulle musiche di Peter Gabriel per L’ultima tentazione di Cristo di Scorsese, a Baseball, Opus Cactus, fino al più recente Bothanica e all’ultimo successo di Alchemy.
 
«Proporrò per l’occasione anche due coreografie inedite su cui sto ancora lavorando – ci anticipa Pendleton –. Saranno due sezioni: prima entreranno le cinque ballerine su un flusso musicale lento, su un Adagio, che accompagneranno con movimenti dolci. Poi entreranno i cinque ballerini con una situazione più dinamica, su un ritmo che ricorda i tamburi degli sciamani, dando un’impressione di potenza. Sarà un tributo all’energia vitale dei Momix». Ed anche alla fantasia del loro coreografo che, cresciuto in una grande fattoria del Vermont (Momix era il nome di un latte in polvere per i vitellini), ancora oggi ammette «di trovare ispirazioni facendo ogni giorno lunghe passeggiate nei campi di girasole fuori dalla mia casa».
 
 
La natura è al centro dell’immaginario di Pendleton, «come in Bothanica dove mi ispiravo alle quattro stagioni, mentre in Alchemy mi ispiravo ai quattro elementi: acqua, aria, terra e fuoco. Mi hanno influenzato Yeats e Dante: mi interessa l’idea di trasformazione, anche noi esseri umani siamo in continua evoluzione». Un pensatore dentro al fisico di uno sportivo: questo è Moses Pendleton, figlio di un allevatore di bestiame, laureato in letteratura inglese al Dartmouth College e campione di sci. «Questo mi ha insegnato a muovere il corpo nello spazio, ad andare veloce e contro la gravità. Tutte cose che sono entrate nei Momix». Quando si ruppe una gamba, pensò che la sua carriera fosse finita. Invece grazie alla danza come terapia, si è aprì un nuovo mondo che l’ha portato a fondare prima il Piloboulos Dance Theatre e poi i Momix.
 
Con un solo scopo: fare sognare la gente. «Mi considero un “acchiappasogni” – spiega – e questi sogni li propongo al pubblico. Vedendo una superficie umana che diventa cristallo, acqua che corre, fuoco, tu estendi quello che sei nella natura. E così diventi roccia, diventi architettura. Lo spazio in cui viviamo siamo noi». Evocazioni profonde con una confezione pop. «C’è molto mistero, la fantasia fa parte della vita – aggiunge il coreografo –. Nei nostri spettacoli c’è il logico e l’illogico, ma io credo nella realtà dei sogni. La gente esce da teatro sentendosi più leggera. In un mondo stressato, dove i media rimbalzano in continuazione notizie terribili dalle stragi dell’Is in Iraq alla guerra tra Russia e Ucraina sino alle immagini apocalittiche del terremoto in Nepal, le persone hanno bisogno di un momento di serenità. Anche in Italia avete bisogno di un po’ respiro dalla crisi economica. I Momix cercano solo di riportare le persone al contatto con la realtà più profonda e vera del mondo e dell’essere umano».
 
Milano, Teatro Nazionale
W MOMIX forever
Dal 10 giugno
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