lunedì 22 dicembre 2014
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Sessant’anni fa, sul «canale nazionale» (così si chiamava allora Raiuno), la prima Messa in diretta tv: luci, microfoni e telecamere si accesero nell’antica basilica di San Simpliciano a Milano per consentire anche ad anziani e malati impossibilitati a muoversi di partecipare al rito religioso domenicale, seppur assistendovi davanti a un “piccolo schermo” in casa (dove gli apparecchi però erano ancora molto rari) o nel loro luogo di cura. Il collegamento cominciò alle 10.55 del 10 gennaio 1954, una settimana dopo l’inizio delle trasmissioni ufficiali della neonata televisione italiana. Da quella mattina l’appuntamento si è ripetuto in ogni giorno di festa con dirette della durata di 55 minuti da oltre ottomila tra parrocchie, santuari, cappelle, monasteri, scelti lungo lo Stivale di comune accordo tra la Rai (che fornisce il personale tecnico e le attrezzature) e la Cei (che gestisce e organizza la celebrazione in piena autonomia). Per ricordare il sessantesimo anniversario di questo avvenimento, il Segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galatino, presiederà oggi alla stessa ora, una celebrazione Eucaristica (vedi box) nella basilica romana di Santa Maria in Montesanto, la chiesa degli Artisti.Due anni prima di quel giorno “fatidico” però, l’ente radiotelevisivo di Stato, d’intesa con la Conferenza Episcopale Italiana, aveva mandato in onda nella fase delle trasmissioni sperimentali una Messa ripresa dalla chiesetta di San Gottardo in Corte, sempre a Milano: il rito era inserito nell’ambito di una rubrica condotta dal trentaduenne padre Nazareno Taddei, un gesuita scelto dal cardinale Idelfonso Schuster per garantire l’ortodossia nei programmi religiosi; il sacerdote della Compagnia di Gesù, grande esperto di comunicazioni di massa, resse per otto anni l’incarico in Rai, realizzando più di 200 regie televisive. L’idea iniziale di padre Taddei era quella di far trasmettere la Messa della notte di Natale del 1953 dalla basilica di San Pietro: sarebbe stata la prima apparizione di un Papa in tv. Per questo si recò in Vaticano accompagnato da Alvise Zorzi, il direttore dei programmi culturali della Rai, e chiese udienza a Pio XII. La televisione degli albori era considerata in ambiente ecclesiastico quasi come una “coda del diavolo”, era un mezzo che generava ancora sospetti e perplessità e i due non nutrivano grandi speranze sul buon esito dell’iniziativa. «Ma il Papa ci ascoltò attentamente e ci fece anche qualche domanda – raccontò una volta padre Taddei –. Pareva convinto e si rivolse al pro-Segretario di Stato che l’assisteva: “Si può fare, vero monsignore?” Ricevette da Giovan Battista Montini un timido cenno del capo». La cosa sembrava fatta ma poi il papa si ammalò e il progetto slittò all’anno successivo. Dopo la prima diretta avvenuta a Milano per la Messa domenicale si scelsero il Russicum di Roma, dove venne celebrata in rito orientale e la camera di don Bosco ai salesiani di Torino (con l’altare dove officiava il santo) trasformata per l’occasione in cappella. Poi, nelle domeniche successive, per ragioni organizzative, con la collaudata troupe di corso Sempione, le telecamere tornarono in luoghi di culto meneghini come la cappella del Collegio San Carlo, la basilica di Sant’Ambrogio, la chiesa di Sant’Eustorgio, la cripta di San Fedele, la chiesa francescana di Sant’Antonio. Memorabile, la Messa celebrata dai cappellani militari in un hangar dell’aeroporto di Linate. Ma in seguito non sono state trascurate anche piccole parrocchie di provincia. Ovviamente, per garantire il rispetto dei contenuti, la convenzione tra Rai e Cei prevede che il regista della trasmissione sia sempre un sacerdote. Dopo padre Taddei è toccato a don Attilio Monge, dell’ordine dei Paolini, dirigere le trasmissioni: fu lui a riprendere, con grande emozione, l’ultima Messa celebrata da padre David Maria Turoldo, tre giorni prima di morire, dalla sua camera di una clinica milanese nel gennaio 1992. Altro storico regista è don Antonio Ammirati che cura ancora la regia di alcune messe, anche se, in qualità di regista e direttore responsabile Cei della Messa e di  A sua immagine, dallo scorso ottobre c’è don Gianni Epifani. La Messa conta circa due milioni di telespettatori medi ogni domenica (a fronte dei 10 milioni che frequentano regolarmente il rito nelle chiese della Penisola), viene trasMessa anche sul satellite Rai Sat ed è seguita in tutto il mondo dagli emigrati di origine italiana. Retequattro, del gruppo Mediaset, ha cominciato a trasmettere le messe della domenica il 15 settembre del 1996, ma vanno in onda a partire dalle ore 10.
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