giovedì 8 novembre 2012
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​In quella specie di Spoon River che le urgenze commerciali della discografia stanno trasformando il mercato musicale natalizio 2012, la Fondazione Gaber gioca la carta di un tributo-kolossal con gli stati generali della canzone italiana: 50 brani del Signor G affidati ad altrettanti interpreti di gran nome. Nei negozi il 13 novembre, ...Io ci sono recupera infatti i files del festival viareggino e delle altre manifestazioni legate al pensiero gaberiano per trasformarli in un percorso cronologico che dalla Non arrossire riveduta e corretta da Arbore o la scoppiettante Torpedo blu firmata Lucio Dalla porta tra i solchi dell’ultimo album Io non mi sento italiano con una Il conformista nelle corde di Mario Biondi o una Verso il terzo millennio con Mango. Anche se il compito d’introdurre la maratona se l’accolla Ciao ti dirò, primo brano inciso dal Signor G nel ’58 e ultimo eseguito dal vivo, in coppia con Celentano davanti alle telecamere di 125 milioni di caz...te.Ed è proprio quel duetto televisivo ad allungare i fili di un omaggio che lega il Gaber da hit-parade al Gaber del lungo sodalizio con Sandro Luporini nell’avventura di un teatro canzone in cui trovano posto pure Jovanotti con Si può, Ivano Fossati con Illogica allegria, Franco Battiato con La parola io, Laura Pausini con il testamento spirituale Non insegnate ai bambini o il sorprendente Ligabue recitante di Qualcuno era comunista. Vecchioni, Morgan, Jannacci, Pfm, Ruggeri; faticoso citare tutti gli artisti coinvolti in questo triplo cd, che nella versione su iTunes si arricchisce di tre altri contributi, fra cui quello di Mina con Lo shampoo. E questo anche se la spinta divulgativa del progetto, la sua ecumenica coralità, il desiderio di raggiungere generazioni anche lontane da quella di Gaber, spinge talora i custodi dell’eredità a calcare la mano, come nel caso della Eppure sembra un uomo formato hip-hop di J-Ax, de La libertà affidata a Emma, o di quella Destra - Sinistra in cui Marco Mengoni finisce col prestare maggior attenzione al suono delle parole che al loro significato. Peccato non proprio non proprio di second’ordine, trattandosi di Gaber.«Le scelte di libertà vengono sempre premiate dall’arte perché la migliorano» spiega Jovanotti nel dvd accluso alla monumentale versione deluxe del progetto. «Soprattutto in un mondo dove spesso ci si vende a un prezzo inferiore rispetto a quel che si vale, quello di Gaber è un insegnamento importante, che ti fa capire quanto una parola messa a segno possa avere effetti dirompenti e ti possa portare lontano». Fra i simili progetti del passato il più vicino è probabilmente Faber amico fragile, registrato in occasione del grande tributo a De André al Carlo Felice di Genova. L’album vendette di slancio oltre 200 mila copie, esito che fa ben sperare la Fondazione Gaber intenzionata a usare i proventi nelle sue attività didattiche nelle scuole.A riflettere sul fenomeno di una coscienza critica della canzone divenuta coscienza critica del Paese aiuterà pure il volume che lo stesso Luporini darà alle stampe il 2 gennaio, 24 ore dopo il decimo anniversario della scomparsa dell’amico. «La cosa più importante è come Gaber arrivava alla gente» spiega Patti Smith, unica interprete internazionale dell’album, che rilegge a suo modo Io come persona trasformandola in I, as a person. «Il suo è un ottimo insegnamento per gli artisti: non è necessario essere solo underground e ideologici o, al contrario, essere solo pop. Si può trovare una forma di sintesi come riusciva a fare lui».
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