giovedì 5 maggio 2016
A sei mesi dallo sbarco di Netflix in Italia, nessuna rivoluzione dello schermo: solo un milione di spettatori reali per i “canali” on demand Le strategie di Infinity, Chili, Sky Online e TimVision.
La svolta (che non c'è) della tivù via internet
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Netflix ha cambiato davvero l’approccio alla tv in Italia? Viene da chiederselo a un anno di distanza dal primo annuncio della “rivoluzione” che doveva portarsi dietro lo sbarco nella Penisola della più diffusa e potente televisione via internet a pagamento. L’arrivo del colosso americano risale all’ottobre scorso. E, dopo sei mesi, l’esperienza della tv on demand da guardare “dove voglio e quando voglio” ma soprattutto da “acquistare” resta ancora un’esperienza di nicchia o, se si considera il bicchiere mezzo pieno, d’avanguardia. Nel Paese sono due milioni e mezzo gli italiani che si sono collegati nell’ultimo anno a una delle cinque maggiori piattaforme di pay-tv sul web: Infinity, Sky Online, Chili Tv, TimVisione e, appunto, Netflix. La cifra è frutto di un’integrazione fra i numeri resi noti dalle “reti” e i risultati di un’indagine sulla tv via internet curata da Nielsen, la multinazionale specializzata in rilevazioni. Secondo i ricercatori, non più del 5% delle famiglie italiane si sintonizza sulla tv a pagamento che arriva con il telefono e che può essere vista sia sullo schermo di casa, sia su cellulare e tablet. In realtà il totale degli spettatori della “nuova” televisione scende a poco più di un milione se si considerano gli utenti realmente attivi. Infatti c’è chi è ricorso a promozioni, chi ha utilizzato un abbonamento solo per qualche mese, chi ne ha più di uno oppure chi acquista di tanto in tanto un film o una puntata da vedere. Di fatto siamo davanti a una platea d’élite se paragonata ai numeri della “vecchia” tv che ogni giorno raccoglie in media 10,3 milioni di spettatori (con picchi di 25 milioni in prima serata) e anche ai 4,7 milioni di abbonati di Sky, la principale televisione via satellite a pagamento. Anche i prezzi contenuti dei canali in streaming (un abbonamento mensile costa intorno a 10 euro e un film circa 2) non hanno fatto breccia. E uno degli ostacoli rimane la banda larga diffusa soltanto a macchia di leopardo, con ampie aree non ancora coperte da una connessione veloce a internet.  La mancata svolta targata Netflix è stata accompagnata dal silenzio del network statunitense sugli abbonati italiani. Si parla di non più di 200mila spettatori a fronte dei 70 milioni che la società ha nel mondo. L’unico commento ufficiale è stato quello del responsabile per le comunicazioni in Europa, Joris Evers: «A distanza di qualche mese dal lancio in Italia siamo davvero molto felici dei risultati che abbiamo raggiunto». Nella Penisola il debutto è stato segnato da qualche protesta. Infatti una parte della libreria americana è bloccata: ad esempio non può essere vista la celebre serie House of cards i cui diritti italiani sono stati venduti a Sky.«In realtà Netflix ci ha aiutato», sostiene Chiara Tosato, responsabile di Infinity, la diretta concorrente lanciata da Mediaset nel dicembre 2013. «Perché ha educato a combattere la pirateria», sottolinea Tosato. La società di Cologno Monzese ha calato sul tavolo le sue cifre: gli abbonati sono 600mila che nel 2015 hanno visto 50 milioni di contenuti. «Al centro abbiamo messo il cinema e ogni settimana offriamo un nuovo titolo in anteprima esclusiva», afferma la responsabile. Oltre a un catalogo di 6mila proposte, Infinity dà la possibilità di scaricare tutto e di connettersi a due dispostivi in contemporanea. «E basta un clic per far partire l’abbonamento o interromperlo», tiene a precisare Tosato.Niente numeri, invece, per il gruppo di Murdoch. Sky Online viene considerata una porzione dell’interno mondo Sky. «Siamo soddisfatti. E con il nuovo tv-box da collegare al televisore c’è stato un incremento», si limitano a far sapere dal quartier generale. Il punto di forza è lo sport che si affianca alle novità cinematografiche, ai telefilm, alle trasmissioni per ragazzi e agli show di Sky. La società si è alleata con compagnie telefoniche e marchi di televisori per far giungere nelle case la sua web tv.Operazione trasparenza anche per Chili Tv, pioniera della internet televisione italiana. Gli utenti hanno raggiunto quota 450mila. E la formula adottata è quella del “paghi e guardi senza abbonamento”. In pratica si può noleggiare un film o un documentario di volta in volta. «Questi fattori ci danno una maggiore dinamicità rispetto agli altri», afferma il presidente Stefano Parisi. Certo, aggiunge, «il guaio è che gli italiani utilizzano scarsamente la propria smart tv per collegarsi a internet: in Germania il 70% dei possessori la connette».Conta 500mila spettatori “attivi” TimVision. «Ma un milione di clienti Tim ha il servizio a disposizione», spiega Daniela Biscarini, responsabile multimedia entertainment di Tim. È possibile accedere alla tv on demand del pianeta Telecom anche grazie alle diverse offerte dedicate alla telefonia mobile e alla linea fissa dove è già compresa TimVision. Questo è il caso di una compagnia di telecomunicazioni che si tuffa nel campo della tv in streaming proponendo un magazzino di 8mila titoli fra cui il serial britannico Humansche è online da ieri. «Lo scorso anno – racconta la responsabile – le fruizioni sono state 25 milioni. I generi che hanno registrato il maggior incremento sono stati le serie tv e i programmi per ragazzi, anche se il cinema resta il segmento più rilevante». Secondo Biscarini, il futuro prossimo sarà promettente per la internet tv italiana. «Nel 2016 ci attendiamo un raddoppio del mercato grazie a una rilevante accelerazione». Sarà davvero così? 
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