mercoledì 11 febbraio 2015
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Eppure qualcosa di male la famiglia Anania deve averlo fatto. Solo i "colpevoli" di solito si prendono, in pochi minuti, quasi 3.000 tweet di insulti sul web. Per non parlare dei commenti al vetriolo dei cosiddetti blogger, spuntati ieri su siti prestigiosi. Sulle 120mila pagine web dedicate alla più numerosa famiglia d'Italia, ce ne sono molte che raccontano la loro storia. Ma il clima che si respira nei commenti è nel migliore dei casi ironico ("Sono Dio e volevo informare gli Anania che sono sempre stato per il Figlio unico") e nei peggiori di un'aggressività che fa riflettere, tanto più che un attacco ferocissimo è arrivato dal conduttore del Dopo Festival Rai, in onda (in tutto il mondo) solo sul web («Ricordo alla famiglia Anania che l'aborto è passato in Italia»). Dunque, il primo "reato" commesso dagli Anania – per il "popolo del web" – è stato quello di mettere al mondo 16 figli. «Perché Sanremo ha dato spazio a loro e non alle famiglie normali lasciate sole con i figli?» ha tuonato una blogger del Fatto, indignata dalla scelta del Festival. A peggiorare la situazione è stato papà Anania, quando si è permesso (orrore!)di dire dal palco del festival «che un essere umano può creare qualcosa di così grande solo con l'aiuto dello Spirito Santo». Non l'avesse mai detto. Il "popolo della Rete" è insorto. Quello che un mese fa scriveva #jesuischarliehebdo per rivendicare il diritto di parola e di libertà opinione, non ce l'ha fatta. Davanti a una famiglia con 16 figli e alla sola citazione dello Spirito Santo e della provvidenza durante Sanremo è andato in tilt.Per favore, non ditegli che Renato Zero al Festival cantò persino un'Ave Maria. Potrebbero perdere qualunque freno. Per fortuna, che loro sono "in" mentre quelli "strani" sarebbero gli Anania.
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