martedì 27 ottobre 2015
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Un karaoke sacro. Per cantare su basi registrate il Pietà Signore di Stradella, Amazing grace e il celeberrimo Resta con noi Signore la sera, inno che non manca quasi mai nelle nostre chiese e che i fedeli sanno a memoria da sempre. «Non lo abbiamo fatto per proporre un gioco divertente, ma come un invito alla preghiera», avverte frate Alessandro. Terzo cd per il francescano che ha scalato le classifiche e vinto un disco d’oro con La voce di Assisi. Doppia uscita per Voice of peace (Decca): prima, dal 23 ottobre, il cd con le dodici tracce cantate da frate Alessandro, poi, in concomitanza con il Natale, un doppio cd, Cantiamo con frate Alessandro, dove all’album si affianca un disco con le basi strumentali.  «Abbiamo registrato con la Camerata ducale diretta da Guido Rimonda e con il pianista Ramin Bahrami che mi affianca nell’Ave Maria di Gounod», dice il religioso che è tornato in sala di incisione dopo La voce di Assisie La voce della gioia. «Si completa una trilogia dedicata al messaggio di Francesco, che ci invita a essere operatori di pace e a portare nel mondo la gioia», racconta frate Alessandro spiegando che «cantare per me è rispondere alla chiamata di Dio. Una missione che porto avanti non per essere famoso, ma per far diventare famoso l’amore del Signore. La notorietà non mi piace. Non amo viaggiare e faccio sempre fatica a fare i concerti. Preferisco il lavoro manuale, la preghiera ritirata, la regolarità della vita. Ma cerco di vedere in questo un’occasione che mi offre il Signore, quella dell’incontro con le persone».
Dodici tracce, quelle di Voice of peace, scelte ascoltando anche le richieste del pubblico. «Molta gente mi scrive chiedendo questo o quel brano interpretato da me. E scegliendo i pezzi del disco ho esaudito alcune richieste. Anche il cd con le basi va in questa direzione perché in molti mi hanno raccontato che quando mettono i miei dischi cantano con me». Ma a frate Alessandro arrivano anche lettere di chi vuole parlare di spiritualità. «C’è chi ascoltandomi sente pace, chi energia, chi ritrova la fede. In questo sento che per me si incarna la volontà di Dio, nel momento in cui il cantare diventa un modo per evangelizzare portando nel mondo qualcosa di bello. Io sono la voce, poi è il Signore che lavora, è lui che vuole trasmettere qualcosa». Frate Alessandro quando non è in sala di incisione o in concerto presta il suo servizio alla Porziuncola ad Assisi, in portineria, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli e nella bottega di falegnameria. «Realizzo piccoli oggetti che servono in convento, restauro harmonium e mi sono costruito un organo medievale. E mentre lavoro ascolto la musica in cuffia». Nell’iPod di frate Alessandro c’è di tutto: «Bach, ma anche Michael Jackson, la musica elettronica del dj brasiliano Amon Tobin. E poi il rap di Giuseppe Bruno Eight e il rock dei Controtempo, interpreti che lanciano messaggi forti e controcorrente», racconta il francescano che da piccolo voleva fare il batterista. «Poi ho scoperto Bach e mi sono messo a suonare l’organo. Anche se la passione per la batteria non l’ho mai persa». La vocazione, invece, è arrivata con il tempo. «È nata subito dopo la mia conversione: a sedici anni ho incontrato il Signore e sapere che qualcuno ci ama a tal punto da aver dato tutto se stesso per noi mi ha completamente cambiato la vita. Mi sono sentito amato e salvato e ho voluto ringraziare Dio di questo dandomi totalmente a lui». Dopo aver visto Francesco di Liliana Cavani, poi, la scelta di prendere i voti. «Sono entrato in convento nel 1999 a ventun anni lasciando la mia casa di Castiglione della Valle, un piccolo paese agricolo in provincia di Perugia. I miei genitori non sono mai stati credenti, ma dopo che sono entrato in convento, per vie diverse dalla mia, hanno incontrato il Signore. E da agosto mio padre è diacono permanente». I proventi dei dischi di frate Alessandro vanno interamente alle missioni francescane: «In questi anni gli incassi hanno contribuito a sviluppare progetti in Congo, Marocco, Nicaragua e Kazakistan».
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